Roma (Agenzia Fides) – “L’Asia meridionale è un’area di forte persecuzione dei cristiani, sottoposti alle violenza dei radicali islamici, indù o anche buddisti”: è quanto afferma in un colloquio con l’Agenzia Fides John Dayal, laico cattolico indiano, attivista per i diritti umani e collaboratore della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale dell’India. Intervenuto a Roma alla presentazione del “Rapporto sulla Libertà religiosa nel mondo”, edito dalla Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”, Dayal consegna a Fides un’analisi a tinte fosche: “Ho viaggiato molto e studiato paesi dell’Asia meridionale come India, Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, Nepal, Bhutan, Sri Lanka, Maldive. In ognuno di questi paesi i cristiani sono sotto pressione: mancano della piena libertà di fede o soffrono discriminazioni e persecuzioni. In Pakistan, Afghanistan, Bangladesh e Maldive il pericolo è l’islamismo militante. Ma in India e Nepal l’induismo radicale non è da meno e ha connotazioni spiccate di intolleranza religiosa e di pulizia etnico-religiosa. In Bhutan il buddismo di stato non ammette altre comunità di fede e in Sri Lanka frange buddiste radicali penalizzano i cristiani, anche su base etnica”.
Secondo Dayal, “l’estremismo indù in India non è da sottovalutare a livello internazionale, anche perchè l’india è una potenza nucleare”. “Violenze, diffusione di odio, crimini contro le minoranze religiose – prosegue – sono in aumento e colpiscono le comunità cristiane: la media è tre reati censiti ogni giorno contro i cristiani, soprattutto in stati come Orissa, Karnataka, Rajasthan, Gujarat, Madhya Pradesh, Chhattisgarh. Secondo dati ufficiali, sono oltre 6.000 i casi di violenza anticristiana nei primi dieci anni del XXI secolo. Vi sono attualmente migliaia di sfollati cristiani e donne vittime della tratta dopo i massacri di Kandhamal, in Orissa, nel 2007 e 2008”.
Le organizzazioni di cui Dayal fa parte, “All India Catholic Union” e “All India Christian Council”, chiedono ai governi dei diversi stati indiani e al governo federale dell’India di “tutelare le garanzie costituzionali per la libertà di fede, combattendo le discriminazioni di casta o religione”, soprattutto eliminando “le forme strutturali di persecuzione”, cioè le leggi che proibiscono la conversione da una fede all’altra. (PA) (Agenzia Fides 16/10/2012)