Bujumbura (Agenzia Fides)- È una crisi politica ma finora non vi sono indicazioni su un eventuale intervento militare” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Bujumbura, capitale del Burundi. La crisi è nata nel corso del Consiglio dei Ministri di sabato 11 settembre, quando i ministri Tutsi non hanno approvato la riforma della Costituzione che dovrebbe entrare in vigore il 1° novembre.
“I rappresentanti dei Tutsi (14% della popolazione) chiedono di riservare ai Tutsi una quota del 40% dei posti del futuro Parlamento. I partiti che rappresentano la maggioranza Hutu (oltre il 60% della popolazione) rispondono che prima si tengono le elezioni generali, poi si vedrà se vi è la necessità di una riserva di posti per i Tutsi” dicono le fonti di Fides (si veda anche Fides 19 luglio 2004).
“Lo scontro ha aspetti istituzionali perché coinvolge il Presidente della Repubblica, Domitien Ndayizeye, un Hutu, e il Vicepresidente, il Tutsi Alphonse Kadege, che è anche presidente dell’UPRONA, il principale partito Tutsi. Quest’ultimo ha accusato il Presidente di non averlo informato della riunione del Consiglio dei Ministri nella quale si doveva votare l’approvazione del progetto di Costituzione” affermano le nostre fonti, che aggiungono: “il fatto positivo è che il ministro della Difesa ha affermato che si tratta di una discussione esclusivamente politica e che l’esercito non intende immischiarsi nella vicenda”.
La scorsa settimana, forze regolari dell'esercito burundese hanno ucciso 21 ribelli nel corso di una violenta battaglia avvenuta alla periferia meridionale della capitale Bujumbura. I ribelli uccisi sono membri delle Forze di Liberazione Nazionale (FLN) che non hanno siglato l’accordo del dicembre scorso, firmato dall'altro gruppo di guerriglia, peraltro il più numeroso, le Forze per la Difesa della Democrazia (FDD), i cui leader siedono al governo, mentre gli ex guerriglieri stanno concludendo la loro integrazione nell'esercito regolare. (L.M.) (Agenzia Fides 13/9/2004 righe 28 parole 311)