Damasco (Agenzia Fides) – Instabilità, insicurezza, violenza, massacri: lo scenario oggi in Siria è desolante. Secondo il “Consiglio Nazionale Siriano”, che guida l’opposizione, a Houla, in provincia di Homs, 88 persone, fra i quali civili e bambini, sono state uccise da bombardamenti dell’esercito regolare. Fonti di Fides raccontano un’altra versione: l’esercito regolare avrebbe colpito Houla, dove si sono rifugiati molti militanti salafisti e terroristi che avevano bruciato l’ospedale nazionale nella città, provocando molte vittime, e hanno poi usato i civili come scudi umani.
Il Nunzio Apostolico in Siria, S. Ecc. Mons. Mario Zenari, interpellato dall’Agenzia Fides, lancia un appello: “Questo massacro non è l’unico, speriamo sia l’ultimo. Chiediamo la fine di tali atrocità. Tutti i credenti, cristiani e musulmani, oggi sono chiamati a riscoprire le armi della preghiera e del digiuno, per riaccendere la speranza di un futuro di pace in Siria”.
Secondo fonti di Fides nella comunità cristiana, anche bande armate fuori controllo continuano a imperversare e colpire civili innocenti. Terroristi hanno fatto saltare in aria la casa di un alawita nel quartiere meridionale di Rableh, nei pressi di Qusayr, sempre nell’area di Homs. L'esplosione ha causato la morte di Youssef Airouti, il ferimento di sua moglie e di suo figlio, ma anche di Shibli Hallaq e di sua moglie Niamat Saadiyet, una coppia di cristiani di Qusayr, rifugiati a Rableh. Intanto a Homs la chiesa armena apostolica e la scuola annessa nel quartiere di Hamidia sono state sequestrate e occupate dai militari dell’Esercito di Liberazione Siriano, che usa gli edifici come alloggi e ospedali.
P. Romualdo Fernandez, frate francescano del Santuario di Tabbaleh, dedicato a San Paolo, a Damasco, commenta all’Agenzia Fides: “La gente è confusa e disorientata. Notizie di massacri si susseguono ma i responsabili non sono certi. C'è pessimismo perchè non si sa qual sarà il futuro. Vi sono critiche al regime ma anche ai ribelli dell'opposizione . Come cristiani partecipiamo alle sofferenza del popolo, provato dal conflitto. Operiamo per la pace e la giustizia, senza aderire ad alcuna fazione politica”. (PA) (Agenzia Fides, 26/05/2012)