Kinshasa (Agenzia Fides) - La malaria è la principale causa di morte nella Repubblica Democratica del Congo e ogni anno uccide circa 300 mila bambini sotto i cinque anni. I casi nel paese continuano ad aumentare e la malattia sta travolgendo i sistemi di cura e prevenzione esistenti. Nella maggior parte dei centri sanitari e degli ospedali dell’organizzazione medico-umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF) in RDC, è stato registrato un aumento rilevante, anche nella sua forma grave. In sei province (la metà del paese), il numero di persone curate per la pandemia nei progetti di MSF è aumentato del 250% dal 2009. Questa epidemia è particolarmente allarmante a causa del numero elevato di pazienti affetti da malaria grave che necessitano di trasfusioni di sangue e ricovero urgente per l’anemia indotta dalla malattia. Inoltre, resta particolarmente difficile il trattamento al di fuori delle città, a causa dell’inaccessibilità geografica.
In alcune zone l’assistenza sanitaria è semplicemente inesistente. Anche quando il trattamento è disponibile, i farmaci sono talvolta inadeguati o obsoleti. Nel 2011 MSF ha curato più di 158 mila persone. Finora, nel 2012, ne sono state trattate più di 85 mila. Mentre le cause esatte dell’epidemia restano incerte, questa nuova crisi si sviluppa nel contesto di un sistema sanitario carente di risorse a tutti i livelli. Il paese manca di farmaci adeguati, forniture mediche, e personale medico qualificato. Scarsi anche prevenzione e sistemi di controllo. Nelle province del Nord e Sud Kivu, e recentemente nella zona nord della provincia del Katanga, anche l’insicurezza e i nuovi scontri in atto impediscono alle persone di accedere all’assistenza sanitaria. Nelle province di Maniema, Orientale, Equateur e Katanga, l’assenza di altri operatori medici e l’insufficiente sistema sanitario, lasciano le persone vulnerabili alla pandemia. (AP) (25/4/2012 Agenzia Fides)