ASIA/TURCHIA - La Chiesa chiede personalità giuridica, restituzione delle proprietà, risarcimenti

venerdì, 20 aprile 2012

Istanbul (Agenzia Fides) – Personalità giuridica, restituzione delle proprietà confiscate, risarcimenti: sono le precise richieste che la Chiesa cattolica ha inoltrato al governo della Turchia, nel corso dell’udienza davanti alla Grande Assemblea Nazionale di Turchia, avvenuta il 16 aprile 2012. Rappresentanti della Chiesa, fra i quali Mons. Ruggero Franceschini, Presidente della Conferenza Episcopale della Turchia, e l’Esarca Patriarcale Mons. Yousaf Sag, riscontrando “un clima positivo”, hanno ribadito ufficialmente l’auspicio che il riconoscimento ufficiale della Chiesa latina sia contenuto nella nuova Carta Costituzionale, che una Commissione parlamentare sta elaborando.
Come comunicato all’Agenzia Fides da Rinaldo Marmara, portavoce della Conferenza episcopale e presente alla riunione, “la Chiesa latina ha chiesto il riconoscimento della personalità giuridica; la restituzione delle proprietà che sono state registrate sia al Tesoro sia alla Direzione generale delle Fondazioni dopo l’avvento della Repubblica, e la registrazione di queste proprietà sotto la nuova denominazione di personalità giuridica”. Inoltre, prosegue Marmara, si domanda “la possibilità di registrare le proprietà attualmente in uso, che datano dall’epoca dell’Impero Ottomano”. Nel frattempo l’auspicio è che “non si aprano nuovi processi per confiscare altre proprietà della Chiesa cattolica latina, nell’attesa di una nuova legge, e che sia riconosciuto un risarcimento per gli oltre 200 immobili confiscati dallo stato, e che figurano nella lista del 1913”.
L'anno scorso il premier turco Tayip Erdogan ha decretato la restituzione di migliaia di immobili alle “Fondazioni religiose non musulmane”, confiscati dopo il 1936. Per “Fondazioni religiose non musulmane” si intendono quelle riconosciute dai vari trattati internazionali firmati dalla repubblica turca dopo il 1923. Dal decreto di Erdogan è rimasta esclusa la Chiesa latina, perchè già allora era considerata “straniera” . Oggi la Chiesa latina, rivendicando le sue proprietà, cita un accordo più antico: quello del 1913, fra il Gran Visir Said Halim Pasa, ministro degli esteri dell'Impero ottomano, e l'ambasciatore francese Maurice Bompard, allora rappresentante della Chiesa in Turchia. Nell’accordo si riconoscevano oltre 200 immobili di proprietà della Chiesa latina. (PA) (Agenzia Fides 20/4/2012)


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