ASIA/ PAKISTAN - I Vescovi: “Il seme piantato dal martirio di Bhatti creerà nuovi giovani evangelizzatori”

giovedì, 1 marzo 2012

Multan (Agenzia Fides) – “Il seme piantato dal martirio di Shabhaz Bhatti creerà nuovi giovani evangelizzatori in Pakistan”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Andrew Francis, Vescovo di Multan (in Punjab), e Presidente della Commissione per il Dialogo Interreligioso nella Conferenza Episcopale del Pakistan, in occasione del primo anniversario della morte del Ministro cattolico, ucciso un anno fa a Islamabad. “I giovani cristiani del Pakistan – spiega il Vescovo – si sono preparati con grande intensità, cura e preghiera alla commemorazione di Shabhaz Bhatti. La sua figura è particolarmente significativa per i giovani, che sono determinati a dare una autentica testimonianza della fede in Cristo, seguendo l’esempio di Bhatti”.
Mons. Francis spiega: “La Chiesa in Pakistan intende rispondere all’appello del Papa per la nuova evangelizzazione, e il ricordo di Bhatti farà crescere molti nuovi evangelizzatori, in Punjab e in tutto il paese. Il suo martirio non sarà inutile: come Vescovi lo stiamo ponendo nella giusta prospettiva, quella evangelica, della fede e della speranza. Se il chicco di grano non muore, non porta frutto”.
“Sulla risoluzione del caso legato all’assassinio, non nutriamo grandi speranze e non mettiamo un forte accento: confidiamo piuttosto nella giustizia divina e riponiamo la nostra speranza solo in Dio” rimarca il Vescovo.
Resta aperta la questione del riconoscimento del martirio di Bhatti: “L’anno scorso – ricorda il Vescovo – abbiamo scritto una lettera al Santo Padre, chiedendo di avviare la procedura per dichiarare Bhatti martire. Il 4 marzo prossimo avremo a Lahore l’Assemblea annuale della Conferenza Episcopale e solleveremo di nuovo la questione. Aspettiamo una risposta dalla Santa Sede. Come Vescovi siamo convinti in questo passo e faremo ogni sforzo per far iniziare l’iter, attenendoci alle indicazioni della Chiesa. Per la gente Shabhaz Bhatti è già un martire, in quanto ha dato la vita per la fede. Speriamo che la Chiesa possa riconoscere ufficialmente il suo martirio”. (PA) (Agenzia Fides 1/3/2012)


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