AMERICA/BOLIVIA - In America Latina il narcotraffico e la realtà indigena interrogano la Chiesa

venerdì, 24 febbraio 2012

Cochabamba (Agenzia Fides) – "In America Latina, la realtà indigena interroga la Chiesa" è il titolo dell’intervista a Sua Ecc. Mons. Marc Stenger, Vescovo di Troyes, in Francia, membro della Commissione Episcopale per la Missione universale della Chiesa, che di recente ha compiuto un viaggio in Bolivia e Cile, essendo incaricato della regione America Latina e Caraibi. L’intervista, pubblicata sul sito della Conferenza Episcopale Francese, è stata segnalata all’Agenzia Fides.
Il viaggio rientra negli incontri periodici, ogni due anni, dei rappresentanti della Conferenza Episcopale Francese con i rappresentanti dei missionari francesi (sacerdoti diocesani, religiosi, religiose, laici) che lavorano in quasi tutti i paesi dell'America Latina.
“L'incontro di quest'anno si è tenuto a Cochabamba (Bolivia) – afferma nell’intervista Mons. Stenger -, dove padre Luc Lalire, Segretario della sezione Latino-americana presso il Servizio Nazionale della Missione universale della Chiesa, ed io, ci siamo incontrati con i delegati francesi. Abbiamo avuto anche alcuni incontri con il Vescovo emerito di Potosi, Mons. Walter Perez, e anche con l'Arcivescovo, Mons. Tito Solari. All'attuale Vescovo di Potosi, Mons. Ricardo Ernesto Centellas Guzmán, era stato chiesto di parlare della realtà della Chiesa in Bolivia. Durante la mia permanenza in Cile ho anche avuto contatti con l'Arcivescovo di Santiago, Sua Ecc. Mons. Ricardo Ezzati, Presidente della Conferenza Episcopale del Cile”.
Circa le impressioni riportate da questa sua esperienza, Mons. Stenger sottolinea che in tutto il continente domina il problema del narcotraffico. “Ciò ha un’enorme incidenza sulla vita economica e sociale. Questa realtà molto forte interroga decisamente anche la pastorale. La Chiesa ha azioni specifiche di accompagnamento delle vittime della droga, ma penso che tutti ci troviamo impreparati di fronte a questo fenomeno che ha assunto proporzioni notevoli. L'ho visto in Cile, dove sono andato a trovare i sacerdoti di Antofagasta e poi di Santiago. In particolare, ho trascorso del tempo con padre Gerard Ouisse, parroco della Legua, un quartiere di Santiago che è il centro del traffico di droga, con tutto ciò che questo significa in atti di violenza. Padre Ouisse coraggiosamente ha denunciato questa realtà, così, è stato per un periodo sotto la protezione della polizia, è una persona che rifiuta di tacere davanti a questa piaga sociale e morale”.
Un altro tema particolarmente importante per un certo numero di paesi Latino-americani è quello legato alla realtà indigena. “Nei paesi in cui questa realtà è molto presente – racconta il Vescovo -, essa pone degli interrogativi alla Chiesa locale, in particolare sull'inculturazione. La Chiesa, inoltre, non sempre è in grado di trovare il modo di accompagnare questa popolazione particolare e di proporle il Vangelo”.
Infine Mons. Stenger evidenzia tre aspetti da considerare nell’ambito della missione universale: “il traffico di droga è un segno dell’estrema povertà di parte della popolazione. Un cancro come questo non può che estendersi su dei corpi fragili. Questo dovrebbe ricordarci che gran parte della popolazione vive nella miseria. Ho scoperto adesso la realtà indigena. Il problema di tutti i paesi è quello dell’accoglienza di queste culture indigene. In Bolivia, questa convivenza non è sempre stata facile. Gli indigeni sono stati spesso parte dei popoli oppressi. Ancora oggi è difficile l'integrazione sociale. Si cominciano poi a vedere alcuni frutti della Conferenza di Aparecida. I Vescovi hanno convenuto di promuovere una Missione Continentale, con il desiderio di costruire una Chiesa più aperta al mondo e ai gruppi più svantaggiati della società”. (CE) (Agenzia Fides, 24/02/2012)


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