ASIA/PAKISTAN - Due cristiani feriti da un gruppo di musulmani armati: accuse di “conversioni”

giovedì, 23 febbraio 2012

Faisalabad (Agenzia Fides) – Due cristiani sono stati feriti da un gruppo di musulmani armati che hanno fatto irruzione in una chiesa evangelica e nell’annessa residenza a Faisalabad. L’episodio, avvenuto alcuni giorni fa, dopo altri episodi di intimidazioni, è stato confermato a Fides dalla Commissione “Giustizia e Pace” della Diocesi di Faisalabad, riferendo che il motivo dell’aggressione è l’accusa di conversione e di proselitismo a carico del Pastore evangelico Altaf Kahn, della “Grace Church”. Una famiglia musulmana era indignata per l’avvenuta conversione di una donna musulmana al cristianesimo, e dunque ha cercato vendetta. Dato che il Pastore non era in casa, a farne le spese sono stati due poveri operai: Sajid Masih è stato raggiunto dai colpi di un’arma da fuoco e si trova in condizioni critiche in ospedale; Bota Masih ha una gamba rotta, in quanto è stato buttato giù da un tetto. La situazione ora è calma, ma la polizia non ha nemmeno provato a arrestare i colpevoli, nota un fonte di Fides nella Commissione.
Circola un forte risentimento verso il Pastore Khan, accusato di “fare proselitismo presso i fedeli musulmani”, cosa non ammessa dalla religione islamica. “In effetti l’approccio di alcuni Pastori evangelici, piuttosto insistente, può generare reazioni violente” nota la fonte i Fides. I cristiani dovrebbero essere “più attenti nella testimonianza e all’annuncio” rimarca, “lasciando che siano i destinatari del messaggio a chiedere di conoscere Cristo e a iniziare un cammino di catecumenato”.
Il Pastore ha dichiarato che “gruppi estremisti vogliono fermare la nostra attività di evangelizzazione”. “Ogni atto di violenza è esecrabile” conclude la fonte di Fides, “ma in un ambiente sociale come quello pakistano, dove l’intolleranza è pronta ad esplodere, occorre esercitare prudenza e intelligenza anche nell’attività di annuncio del Vangelo, per non offrire ai gruppi estremisti alcun pretesto per atti di violenza”. (PA) (Agenzia Fides 23/2/2012)


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