ASIA/PAKISTAN - Premier rinviato a giudizio, la società civile: “Il governo non è al di sopra della legge”

lunedì, 13 febbraio 2012

Islamabad (Agenzia Fides) – Le autorità politiche del Pakistan, come il Primo Ministro Gilani e il Presidente Ali Zardari “non sono al di sopra della legge, devono rispettare la Costituzione e lo stato di diritto, altrimenti non possono rappresentare le istituzioni democratiche”: è questa la chiave di lettura dell’avvocato cristiano Naeem Shakir che, in un colloquio con l’Agenzia Fides, commenta l’attuale delicato momento politico nazionale.
La Corte Suprema del Pakistan ha infatti rinviato a giudizio il Premier Yousuf Raza Gilani con l'imputazione di “oltraggio ai giudici”. Il Primo Ministro è accusato di non aver ordinato, come indicato dalla Corte, indagini sul presidente Asif Ali Zardari, accusato di corruzione e riciclaggio di denaro sporco. Gilani rischia il carcere e l'interdizione da tutti i pubblici uffici. La vicenda potrebbe intaccare fortemente la credibilità delle istituzioni e causare un periodo di instabilità per il paese.
Secondo Naeem Shakir, impegnato nella difesa di casi di blasfemia e difensore dei diritti umani, “i leader politici del Pakistan People’s Party (PPP), come Gilani e Zardari, cercano di presentare la vicenda come un conflitto di poteri. Ma il punto è che tutti, in primis i nostri leader, devono osservare la legge e, se non lo fanno, un procedimento giudiziario a loro carico è legittimo e doveroso”.
“Credo che il PPP – continua l’avvocato Shakir – che si presenta come campione di laicità e democrazia, abbia deluso molti elettori e oggi provi a tirare avanti il caso fino alle lezioni del marzo prossimo, quando si voterà per il Senato”. Sul pericolo dell’avanzata di partiti islamici estremisti, Shakir spiega a Fides: “L’instabilità politica potrebbe produrre un deteriorarsi delle condizioni delle minoranze religiose. Ma nella società vi sono forze sociali, partiti e gruppi religiosi, che promuovono una autentica idea di laicità, democrazia, rispetto dei diritti di tutti e di tutte le religioni, che speriamo possano avere la fiducia degli elettori”. (PA) (Agenzia Fides 13/2/2012)


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