AMERICA/COLOMBIA - I Vescovi: “le FARC non sono più un gruppo politico, ma una banda di terroristi”

martedì, 7 febbraio 2012

Bogotà (Agenzia Fides) – Il Presidente della Conferenza Episcopale della Colombia, l'Arcivescovo di Bogotà, Mons. Rubén Salazar Gomez, all’inizio dell’Assemblea annuale dei Vescovi del paese ha dichiarato che “le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) non sono più un gruppo politico, ma una banda di terroristi” e ha chiesto di mettere fine agli attacchi terroristi che non fanno altro che causare vittime tra le persone innocenti. Mons. Rubén Salazar Gomez ha detto anche che “il paese non resiste più a tanto dolore, a tante lacrime e a tanti morti innocenti”, quindi ha aggiunto: “sappiamo che ci sono molti problemi sociali, ma il modo di risolverli non è la violenza”.
Mons. Salazar Gomez si è poi riferito agli atti di terrorismo scatenati dalle FARC nel paese la settimana scorsa, quando, fra le altre azioni violente, hanno fatto esplodere una moto bomba causando la morte di 18 persone e un centinaio di feriti. “La guerriglia soffre una disperazione terribile – ha detto l’Arcivescovo - e vuole farsi notare, dopo aver ricevuto duri colpi con la morte di 'Mono Jojoy' e 'Alfonso Cano' (vedi Fides 8/11/2011). Questi sono i capricci delle FARC, in cui le uniche vittime sono gli abitanti del paese e la gente innocente".
Dal 6 al 10 febbraio, circa 90 Vescovi della Colombia sono riuniti in assemblea a Bogotà, per analizzare la realtà nazionale ed ecclesiale e promuovere iniziative di intervento adeguate. Mons. Salazar Gomez ha detto che viviamo in una società con un conflitto "cronico, radicato in molti eventi e situazioni che in tutta la nostra lunga storia hanno creato una società diseguale, con elementi altamente inquietanti di ingiustizia strutturale". Le sue parole, nel discorso inaugurale dell'Assemblea, sono state chiare e forti: "lo Stato è debole, senza presenza effettiva in tutto il territorio nazionale, e ciò ha consentito alle forze criminali di prendere gran parte del paese, imponendo la propria legge a ferro e fuoco. L'attuazione delle leggi riguardanti l’indennizzo delle vittime e la restituzione delle terre ai diseredati ci ha rivelato una mappa terrificante di milioni di persone che, per vari motivi, sono state vittime di abusi che hanno violato gravemente i loro diritti fondamentali. Dobbiamo prenderne consapevolezza, in modo che la Colombia si lasci definitivamente alle spalle ciò che ha impedito il consolidamento della pace e riesca ad attuare i processi necessari per cercare la giustizia e la solidarietà, al fine di garantire una vera convivenza fra tutti i colombiani".
Il Presidente della Conferenza Episcopale ha dichiarato che si tratta di "cercare con l’aiuto di tutti le strade per superare il conflitto sociale e perfino di trovare il modo di negoziare con l'insurrezione armata, per mettere fine alla loro guerra insensata e contribuire alla costruzione comune di un paese più giusto, più fraterno e con più solidarietà".
Gli attacchi della scorsa settimana sono stati commessi contro stazioni di polizia nei comuni di Tumaco e Villa Rica, nei dipartimenti di Nariño e Cauca (sud-ovest), ed anche contro un albergo nel comune di Cajamarca nel dipartimento di Tolima (centro-ovest). (CE) (Agenzia Fides, 07/02/2012)


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