New Delhi (Agenzia Fides) – “La laica India soffre di cristianofobia, un malattia radicata e ben consolidata, ma non riconosciuta pubblicamente dallo stato e nella società”: è la denuncia che giunge da organizzazioni della società civile indiana, cristiane e non cristiane. In un nota inviata a Fides, le Ong segnalano le sconcertanti dichiarazioni di un Ministro Federale per le Energie rinnovabili, Janab Farooq Abdullah, per il quale si chiede “l’immediata destituzione dal governo”. Farooq Abdullah, in passato Primo Ministro nello stato di “Jammu e Kashmir”, ha espresso pubblicamente sostegno alla decisione di un tribunale islamico del Kashmir che ha emesso un ordine di espulsione per tre missionari, due protestanti (i Pastori C.M. Khanna e Gayoor Masih) e uno cattolico (p. Jim Borst), falsamente accusati di "conversioni fraudolente".
Secondo le Ong, fra le quali il “Global Council of Indian Christians”, “un ministro federale, che ha l'obbligo di rispettare la Costituzione dell'India, ha avallato l'azione incostituzionale di una corte islamica che ha espulso cittadini indiani”. Tale decisione – si teme – può portare “a una ‘Fatwa’ contro i cristiani nel Kashmir e forse in tutta l'India, che sarebbe sostenuta da un Ministro”. La sua presenza nell’esecutivo, notano le Ong, “darà legittimità alle forze anti-costituzionali, anti-laiche e anti-nazionali”.
Fra le organizzazioni che parlano di “cristianofobia”, denunciando il troppo spazio politico e sociale concesso a movimenti estremisti indù e islamici, vi è il noto “Asian Centre for Human Rights”, con sede a New Delhi. Suhas Chakma, Direttore del Centro, nota a Fides che i colonizzatori britannici (che governarono l’India dal 1757 al 1947) “non imposero la religione cristiana; ma nell’India post indipendenza, in un’India che si definisce laica, molti stati indiani hanno approvato una serie di ‘Leggi sulla Libertà religiosa’ che di fatto limitano la libertà di religione e di conversione”. “Tali provvedimenti, però – nota il Direttore – non si applicano agli indù , che continuano a convertire i tribali e gli adivasi. Il diniego di alcuni diritti fondamentali ai dalit cristiani, solo a causa della loro religione, rende l’India una nazione cristianofobica”. (PA) (Agenzia Fides 26/1/2012)