ASIA/INDONESIA - Allarme dei cristiani: vietato celebrare il Natale a Giava

mercoledì, 21 dicembre 2011

Bogor (Agenzia Fides) – Grazie una sciagurata alleanza fra le autorità civili e i gruppi estremisti islamici, i fedeli cattolici della chiesa di San Giovanni Battista di Parung, a sud di Giacarta (nella diocesi di Bogor), non potranno celebrare la Messa di Natale. Un presidio di estremisti islamici da alcuni giorni è apparso nei pressi della chiesa. Uno striscione recita in tono minaccioso: “Noi, popolo musulmano di Parung, sosteniamo e metteremo in pratica il decreto del Reggente n. 453.2/556, che ordina di fermare le attività religiose della chiesa cattolica di San Giovani Battista”. Fonti locali di Fides confermano che la Regency di Bogor (unità amministrativa) ha emesso un’ordinanza che “vieta ai cristiani attività religiose pubbliche” e, di fatto, impedisce ai cristiani di celebrare il Natale, adducendo “motivi di sicurezza”. “E’ una storia che si ripete e che è avvenuta anche lo scorso anno, quando abbiamo celebrato il Natale in un parcheggio” nota a Fides un cattolico di Parung. I fedeli sono spaventati e temono violenze verso quanti si avvicinano alla chiesa.
Saranno impedite le celebrazioni natalizie e ogni manifestazione pubblica di culto, anche alla “Chiesa Cristiana Indonesiana” (Gereja Kristen Indonesia, GKI) di Bogor. La GKI, denominazione protestante con forte presenza nell’isola di Giava, continua la sua lotta per la legalità: pur avendo ricevuto una regolare autorizzazione a costruire una chiesa a Bogor, la realizzazione dell’opera viene impedita dai militanti islamici e anche dal sindaco di Bogor, Diani Budiarto, che ha emesso un provvedimento di revoca del permesso (vedi Fides 23/7/2011).
Il clima sfavorevole verso i cristiani si estende anche alle chiese già costruite. P. Emanuel Harjito,
Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Indonesia, spiega a Fides: “C’è agitazione nell’area di Giava occidentale, per la presenza dei militanti dell’Islamic Defenders Front (FPI). Nel corso del 2011 ci sono stati parecchi episodi di violenza. Per molte comunità cristiane nell’area il diritto al culto e a praticare la propria fede è fortemente limitato o negato. Sono gruppi estremisti piccoli ma forti, che vorrebbero una nazione solamente islamica e imporre la sharia. Ma questo va contro la Costituzione, contro la Pancasila (i cinque principi basilari del paese) e contro il pluralismo che è un carattere fondante dell’Indonesia. Le autorità hanno l’obbligo di fermarli, ma a volte ciò non avviene”. Il Direttore nazionale delle POM conclude: “Esprimiamo ai cristiani di Bogor tutta la nostra solidarietà Una strada che si può percorrere per provare a superare il problema è il dialogo e una interazione fra leader cristiani e musulmani, per far desistere gli estremisti dai loro propositi”. (PA) (Agenzia Fides 21/12/2011)


Condividi: