Città del Messico (Agenzia Fides) – Appena concluse le celebrazioni per la Giornata Internazionale delle Donne Rurali, le cifre ufficiali mostrano che negli stati messicani dove vive la maggior parte della popolazione indigena o contadina, si registrano gli indicatori più allarmanti delle morti materne. Infatti, mentre la media nazionale di questo fenomeno è di 53,3 decessi ogni 100 mila bambini nati vivi, nello stato sudoccidentale di Guerrero, con un alto indice di popolazione rurale e indigena, l’indicatore arriva a 103,2 morti materne per lo stesso numero di nascite. Anche Oaxaca e Chiapas vivono una situazione simile con rispettivamente 82,7 e 80,6 decessi.
Ad aggravare il fenomeno c’è la mancanza di istruzione di tante donne, 3 ogni 10 non hanno nessuna istruzione scolastica. Il 48% di quelle che parlano una lingua indigena (dai 5 ai 29 anni) non frequenta la scuola. Secondo la Encuesta Nacional de la Dinámica Demográfica (Inadid) 2009, il 5,7% delle bambine dai 5 anni in su non parla nessuna lingua indigena. Il 25% ha dai 15 ai 29 anni, il 41,2% dai 30 ai 59 anni. Oltre il 60% è in età riproduttiva.
Inoltre, secondo il censimento del 2010, la popolazione rurale nel paese rappresenta il 22% del totale degli abitanti. In Messico ci sono 95 uomini ogni 100 donne. Per ridurre il tasso di mortalità materna occorre aumentare i parti assistiti da personale medico esperto. Fino al 2008 la media nazionale era dell’ 87%, ma in Chiapas raggiungeva appena il 36,1%, a Oaxaca il 64,4% e a Guerrero il 68,8%. Nel 2009, il 14% delle donne morte a causa della gravidanza aveva meno di 19 anni. Quest’anno la media delle consulenze prenatali è stata di 4,7 per ogni gestante, quando invece dovrebbe essere almeno pari a 7. La sfida più importante per far fronte a questa emergenza è affrontare le cure mediche con la tecnologia adeguata e disporre di operatori sanitari vicini alla cultura indigena. (AP) (27/10/2011 Agenzia Fides)