ASIA/PAKISTAN - Gruppi radicali in piazza, ondata di arresti, minoranze sotto tiro

venerdì, 7 ottobre 2011

Karachi (Agenzia Fides) – Giornata di alta tensione in Pakistan a causa delle marce di protesta e di uno sciopero indetto dai gruppi radicali islamici della “Tahafuz-e-Namoos-e-Risalat” (“Alleanza per difendere il nome del Profeta”) per chiedere a gran voce la libertà per Mumtaz Qadri, l’assassino del governatore del Punjab, Salman Taseer. La notte scorsa la polizia, nell’intento di prevenire manifestazioni che sono comunque sfociate in atti di violenza pubblica a Karachi e a Lahore, ha effettuato un blitz preventivo contro membri di gruppi islamici radicali, arrestando almeno 25 persone. Le proteste, appoggiate dai partiti religiosi e dai leader delle moschee, si sono svolte dopo la preghiera islamica del venerdì. I dimostranti hanno chiesto libertà per Qadri (mentre l’appello all’Alta Corte è fissato all’11 ottobre) e gridato slogan contro il governo,
In un colloquio con Fides, Haroon Barkat Masih, leader della “Masihi Foundation”, organizzazione che difende i diritti delle minoranze, afferma: “Dopo l’ondata di arresti e l’intervento della polizia, i gruppi radicali intendono rispondere con la violenza. Il rischio è che le minoranze diventino facile bersaglio e soffrano ancora di più”.
Il governo, nel frattempo, è sopravvissuto alle dimissioni di tutti i ministri della Lega Pakistana-Q, trovando, in extremis, l’appoggio del “Muttahida Qaumi Movement” (MQM), che in passato già era stato parte della coalizione dell’esecutivo.
Mentre la situazione resta fluida, gravi problemi continuano a influenzare pesantemente la società e l’opinione pubblica, in diverse aree del paese: soprattutto l’epidemia di dengue in Punjab (che potrebbe diventare pandemia), e l’emergenza alluvioni nel Sindh, che ha fatto 965 morti e 7 milioni di profughi. “Il caso Qadri ha fatto da detonatore in una situazione davvero complessa e caotica. La gente è molto disorientata e, soprattutto, vede che legalità e stato di diritto sono sempre più calpestati nel paese” conclude Haroon Masih. (PA) (Agenzia Fides 7/10/2011)


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