ASIA/INDONESIA - Pace nelle Molucche tramite i “social media”, mentre il governo chiude 300 siti web radicali

venerdì, 7 ottobre 2011

Ambon (Agenzia Fides) – Volontari cristiani e musulmani del “Moluccas Interfaith Institute” e giovani del gruppo “Ambon Bergerak” hanno condotto e continuano a condurre una “campagna di pace” con SMS, forum su internet, network, blog e sui social media come Facebook e Tweeter, per farsi, come loro stessi dicono, “provocatori di pace”. L’obiettivo, informano fonti di Fides ad Ambon, è “dire la verità” e smentire “i provocatori di conflitto” che istigano alla violenza diffondendo false notizie (come incendi di moschee), per innescare la spirale della guerra. La loro opera, dice a Fides Sua Ecc. Mons. Petrus Canisius Mandagi, Vescovo di Ambon, “è preziosa perché con tali mezzi raggiungono soprattutto i giovani e hanno una influenza positiva sulla popolazione”. Confermando l’importanza dei “social media”, il governo indonesiano, nei giorni scorsi, ha chiuso oltre 300 fra siti Internet e blog di elementi radicali islamici, propagatori di odio e violenza.
Secondo il Vescovo di Ambon se, dopo gli scontri di un mese fa, nelle isole Molucche non è scoppiata una nuova “guerra santa” – sul modello di quella che ha infiammato le “isole delle spezie” negli anni 1999-2002 – “il merito va soprattutto a quei fedeli musulmani, persone di buone volontà, che hanno rifiutato gli inviti alla jihad, lanciati dai gruppi radicali islamici, che promuovono intolleranza e conflitto”. Il Vescovo spiega a Fides che “c’è stato uno sforzo comune e immediato di autorità civili, polizia, leader religiosi per fermare i provocatori ed evitare che la situazione potesse degenerare. Sembra che tale sforzo abbia avuto successo”. Le “sirene della guerra santa” e “gli appelli alla violenza da parte dei gruppi radicali (vedi Fides 21/9/2011) ci sono stati e potrebbero continuare” nota il Vescovo. Ma “i musulmani di Ambon non li hanno ascoltati, e anche i cristiani si sono impegnati ad evitare un conflitto diffuso”. “In tale delicato contesto – continua Mons. Mandagi – il ruolo dei leader religiosi è stato determinante nello spiegare ai fedeli, di entrambe le religioni, quanto fosse importante difendere la pace e l’armonia, di fronte a chi intende generare caos per fini politici”.
Il Vescovo ricorda che Ambon è ancora divisa in un’area cristiana e una musulmana, eredità degli anni della guerra, ma vi sono comunque scambi e relazioni, umane e commerciali, fra i due quartieri. “Va ricostruita gradualmente la fiducia reciproca. Noi cattolici vogliamo contribuire, giorno dopo giorno, a costruire un tessuto sociale fatto di dialogo, rispetto, amicizia, fratellanza, per assicurare un futuro di pace e di sviluppo alle nuove generazioni”.
All’inizio di settembre la morte sospetta di un autista musulmano, avvenuta nel quartiere cristiano di Ambon, ha generato scontri tra musulmani e cristiani, fomentati da falsi SMS. Due giorni di violenze hanno lasciato sette morti e decine di feriti, mentre oltre 150 case, divise tra le due comunità, sono state rase al suolo. (PA) (Agenzia Fides 7/10/2011)


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