ASIA/PAKISTAN - Stallo nell’economia, alluvioni, caso Qadri, blasfemia: è crisi di governo, crescono i rischi per le minoranze

mercoledì, 5 ottobre 2011

Islamabad (Agenzia Fides) – Pesano l’economia, le polemiche sulla mancanza di corrente elettrica per larghe fasce di popolazione, la lentezza nella gestione dell’emergenza alluvioni; pesano i difficili rapporti con gli Stati Uniti, giunti ai minimi storici; ma pesano anche il caso spinoso della condanna a morte di Mumtaz Qadri, l’assassino del governatore del Punjab, “eroe islamico e difensore del Profeta”, che lo stato vuole eliminare, e l’intoccabilità della legge sulla blasfemia: ci sono tutte queste ragioni, notano autorevoli fonti di Fides in Pakistan, dietro la decisione della Pakistan Muslim League-Q (PML-Q), che ha deciso di uscire dal governo guidato dal Pakistan People Party (PPP) del Presidente Ali Zardari e del Premier Raza Gilani, stigmatizzando “l’inefficienza dell’esecutivo, che non ha saputo mantenere i suoi impegni verso la popolazione”.
Il governo del PPP, se non troverà nei prossimi giorni un altro alleato in Parlamento, è destinato a cadere e gli osservatori notano che sarà molto difficile che resista, dato che tre partiti rilevanti come Pakistan Muslim League-Q (PML-Q), Pakistan Muslim League-Nawaz (PML-N) e Muttahida Qaumi Movement (MQM) hanno avviato colloqui per costituire un fronte comune di opposizione, che lascerebbe al PPP ben poco margine di manovra.
I ministri della PML-Q hanno rassegnato le dimissioni e anche Akram Gill, ministro di stato per l’Armonia interreligiosa – il dicastero che sovrintendeva ai problemi delle minoranze religiose – ha lasciato l’incarico. Secondo fonti di Fides, “il paese potrebbe andare incontro a una fase di grande instabilità con gravi ripercussioni interne e internazionali. La situazione per le minoranze si fa più cupa. Se il governo attuale manteneva una parvenza di laicità e di rispetto dei diritti, un fronte politico di chiara matrice religiosa islamica potrebbe mettere ulteriormente in pericolo e penalizzare ancora di più lo status delle minoranze nel paese, accrescendo la pressione”. (PA) (Agenzia Fides 5/10/2011)


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