São Paulo (Agenzia Fides) – Dal 2010 sono circa 30 gli sfollati dall’Africa che hanno chiesto asilo al governo brasiliano. Costoro vivono negli stati della giungla amazzonica. Provengono da Costa d'Avorio, Ghana, Guinea Bissau, Nigeria e Sierra Leone, per quanto riguarda l’Africa occidentale, Kenya per l’Africa orientale, Zimbabwe per l’Africa meridionale, e Repubblica Democratica del Congo (RDC). Secondo la Commissione Internazionale della Croce Rossa, la violenza tra i clan Boba e Lobala, della RDC, è dilagata in tutta la zona dell’Equatore, e oltre 100 mila persone sono fuggite nei paesi vicini. Quel particolare conflitto è stato solo uno di una serie in corso nel paese, dove dalla metà degli anni Ottanta sono morte da 4 a 5 milioni di persone. Le guerre in diversi paesi della regione dei Grandi Laghi, oltre alla caratteristica di essere conflitti etnici e genocidi, hanno trovato radici anche nei molteplici interessi internazionali per il controllo strategico dei giacimenti minerari.
Attualmente nella regione della giungla amazzonica brasiliana ci sono 140 rifugiati, provenienti prevalentemente dalla Bolivia, e altri 700 di diverse nazionalità in attesa di risposta di asilo da parte del governo. Le procedure durano 6 mesi. Questa nazione di 192 milioni di abitanti non dispone di contributi per i rifugiati. Secondo la legislazione del Brasile, approvata nel 1997, entrare nel paese con documenti falsi non preclude ad un cittadino straniero la richiesta di asilo. La maggior parte dei circa 4500 profughi si trovano nel sudest, a Rio de Janeiro e San Paolo, nello Stato di Rio Grande do Sul e nello Stato interno di São Paulo. Il 64% del totale, 2841 vengono dall’Africa. I gruppi più numerosi provengono da Angola (1686), Colombia (634), RDC (462), Liberia (258) e Iraq (203). (AP) (20/9/2011 Agenzia Fides)