AMERICA/BRASILE - Assassinato un altro difensore della foresta Amazzonica

giovedì, 16 giugno 2011

Tucurui (Agenzia Fides) – L'agricoltore e attivista per la difesa dell’Amazzonia, Obede Loyla Souza, 31 anni, è stato ucciso giovedì 9 giugno nello stato brasiliano del Pará (Nord Brasile). La notizia è stata diffusa il 14 giugno. La Commissione Pastorale della Terra (CPT), che fa parte delle istituzioni della Chiesa cattolica, comunica che Loyla Souza è stato ucciso da un colpo alla testa. Il suo corpo è stato trovato nella città di Tucuruí, una delle principali aree di disboscamento illegale nello stato del Pará. La CPT ha informato che sono ancora sconosciute le cause di quest’ultimo omicidio, anche se alcuni suggeriscono che la morte sia da mettere in relazione con le discussioni avute da Obede Loyla Souza con i rappresentanti dei taglialegna della regione, tra gennaio e febbraio. La CPT sostiene inoltre che dei testimoni hanno notato, il giorno dell’omicidio, un fuoristrada nero con quattro persone che era nell'accampamento Esperanza, dove viveva la vittima. Secondo l'agenzia di stampa Agencia Brasil, Obede Loyla Souza aveva ricevuto minacce di morte. Da rilevare che alla fine di maggio quattro ambientalisti sono stati uccisi (vedi Fides 07/06/2011), di cui tre nello stato del Parà e l'altro in quello di Rondonia.
In una nota inviata all'Agenzia Fides si informa che due sacerdoti della CPT della Regione Nord-Est 5 della Conferenza Episcopale del Brasile, CNBB (Maranhão), padre Inaldo Serejo (Coordinatore CPT) e padre Clemir Batista da Silva, ed altri 17 membri, hanno dato vita ad uno sciopero della fame pochi giorni fa. La protesta intende attirare l’attenzione del Ministro della Segreteria dei Diritti Umani della Presidenza della Repubblica, Maria do Rosario, affinchè affronti la questione della violenza contro i leader nativi nello stato.
Mons. Gilberto Pastana de Oliveira, Vescovo della diocesi di Imperatriz e Vescovo Presidente della regione, ha rilasciato una dichiarazione su tale protesta, affermando di rifiutare tutte le manifestazioni della cultura di morte, "soprattutto quelle sostenute dall’abuso di potere economico e dalla corruzione che esiste nei poteri della Federazione, nello Stato e nei Comuni”. Il Vescovo inoltre chiede a tutti i cattolici “di cercare di conoscere i fatti e di contribuire alle azioni legittime degli agricoltori attraverso il sostegno politico e sociale, e con la donazione di cibo, acqua, medicine e vestiti per coloro che vivono negli accampamenti". (CE) (Agenzia Fides, 16/06/2011)


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