ASIA/INDONESIA - Convivenza e armonia fra cristiani e musulmani a Bekasi, luogo di tensioni e conflitti

mercoledì, 8 giugno 2011

Giacarta (Agenzia Fides) – Cristiani e musulmani che si salutano con sorrisi, che si stimano e si rispettano, che convivono armoniosamente: è quanto accade a Bekasi che, con oltre 2 milioni di abitanti, è uno dei più vasti sobborghi della megalopoli Giacarta. I cristiani locali raccontano a Fides un’esperienza che porta uno spiraglio di speranza a Bekasi, teatro di conflitti e tensioni fra gruppi radicali musulmani (come l’Islamic Defenders Front) e comunità cristiane della galassia protestante.
A Kranji, quartiere di Bekasi, è stato di recente ultimato il restauro della chiesa di San Michele. Per arrivare alla chiesa si deve passare attraverso una strada abitata da famiglie musulmane. La domenica, quando la comunità cristiana si reca in chiesa per partecipare alla liturgia, musulmani e cristiani si salutano con rispetto, amicizia e buoni sentimenti. Vicino alla chiesa sorge anche una piccola moschea. Per rispetto, durante le celebrazioni cristiane, la moschea non diffonde canti e preghiere islamiche ad alto volume.
La chiesa di San Michele ha riaperto di recente e, durante il periodo dei restauri, i leader cristiani hanno cercato di dialogare e di entrare in relazione con la popolazione musulmana del quartiere, per stabilire buoni rapporti. Il tentativo ha avuto successo e oggi il clima di tolleranza e di armonia instaurato fra cristiani e musulmani di Kranji costituisce un esempio per tutta Bekasi. Grazie a tale esperienza i gruppi fondamentalisti qui non hanno trovato terreno fertile.
Un leader cristiano di Belasi commenta a Fides: “Questo succede quando c'è il desiderio di avvicinarsi e di comprendere l'altro, di rispettarne la libertà religiosa. Questo è il principio del Pancasila (la legge dei “cinque principi”, che fonda l’Indonesia ndr) tradotto nel vissuto”.
Bekasi è venuta alla ribalta per la campagna di militanti islamici contro le supposte “conversioni di massa” organizzate dai cristiani. Nei mesi scorsi si sono registrati diversi episodi di cristiani percossi, di incontri di preghiera comunitari interrotti, di ostacoli alla costruzione di chiese e spesso è stato necessario l’intervento delle autorità civili e della polizia. (PA) (Agenzia Fides 8/6/2011)


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