AMERICA/COLOMBIA - La società civile colombiana rilancia l’impegno per la riduzione della violenza armata e per lo sviluppo

giovedì, 24 marzo 2011

Bogotà (Agenzia Fides) – Oggi, 24 marzo, alle ore 18, si terrà a Bogotà, nella sede della Conferenza Episcopale, il lancio della Dichiarazione della società civile colombiana sulla riduzione della violenza armata e la promozione dello sviluppo. Secondo la nota inviata all’Agenzia Fides, tale Dichiarazione è stata elaborata dalla Campagna colombiana contro le mine (CCCM), dalla Rete nazionale delle iniziative per la pace e contro la guerra (Redepaz), dalla Commissione colombiana dei giuristi (CCJ), dal Centro per la Ricerca e l’Educazione Popolare (CINEP), dal Segretariato Nazionale della Pastorale Sociale (SNPS/Caritas Colombiana) e dal Centro delle risorse per l’Analisi del conflitto (Cerac), con il sostegno del programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (PUND).
Con la firma di questa dichiarazione si intende promuovere l'impegno individuale e comunitario a lavorare per individuare e costruire meccanismi che contribuiscano alla riduzione effettiva e duratura della violenza armata, promovendo lo sviluppo e la costruzione della pace in Colombia. Domani, 25 marzo, presso l'Universidad del Rosario, si terrà il Forum Internazionale dal titolo "- Armi, + Sviluppo".
Come riferiscono diversi organi locali di informazione, la Colombia vive una situazione molto delicata riguardo alla violenza da parte dei gruppi armati, e la Chiesa cattolica è stata sempre una istituzione-chiave nella mediazione e nei negoziati con i diversi gruppi (vedi Fides 09/02/2011). Circa un mese fa il Presidente della Conferenza Episcopale Colombiana (CEC), Mons. Rubén Salazar Gómez, ha ribadito che la Chiesa sarà presente come strumento per facilitare la pace, "nel momento in cui realmente inizi un processo di pace con la guerriglia".
Durante la 90° Assemblea dei Vescovi, che si è tenuta a Bogotà dal 7 all’11 febbraio, Mons. Salazar Gomez ha inoltre espresso la fiducia che il presidente Santos veda la pace non solo come il sedersi a un tavolo con la guerriglia, ma nell’ottica di creare nel paese tutte le condizioni necessarie per risolvere il conflitto. "Non c’è solo il conflitto armato, c’è tutto il conflitto sociale: il problema della povertà, della ridistribuzione del reddito, delle terre, ecc. I problemi del nostro paese sono molto complessi, molto vari e ampi, e quindi (il nostro presidente) ha molto chiaro che questo problema deve essere affrontato nella sua complessità al fine di creare le condizioni di pace" ha aggiunto Mons. Gomez. (CE) (Agenzia Fides, 24/03/2011)


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