ASIA/PAKISTAN - Quartieri cristiani presidiati, parlamentari (e opportunisti) in difesa di Bhatti

venerdì, 4 marzo 2011

Islamabad (Agenzia Fides) – C’è tensione in Pakistan dopo l’omicidio del Ministro Bhatti: i quartieri cristiani delle principali città sono presidiati dalle forze di scurezza. Il governo ha dato ordine di proteggere gli insediamenti cristiani per prevenire ogni sorta di incidenti. L’esecutivo ha anche organizzato meeting separati con leader cristiani e musulmani chiedendo agli ulema di non alimentare tensioni, di non organizzare manifestazioni, cooperando a mantenere l’ordine.
Concordando con il governo, il capo del “Pakistan Ulema Council”, Allama Mohammad Tahir Ashrafi, ha dichiarato che “l’assassinio è contro gli insegnamenti del Profeta”, notando l’urgenza di “promuovere tolleranza e fratellanza nella società”.
Una risposta è giunta anche dalla politica, anche se “risulta alquanto ambigua e ipocrita”, dicono fonti di Fides. Oggi i parlamentari del Pakistan hanno preso le difese del ministro Bhatti, condannando l’omicidio e chiedendo le dimissioni del Ministro degli Interni, Rehman Malik, reo di aver fallito nel compito di provvedere alla sua sicurezza.
Quasi tutta la maggioranza dell’Assemblea, sostenendo una mozione di censura verso l’esecutivo, su richiesta di Asiya Nasir, parlamentare del partito islamico “Jamiat Ulema-e-Islam” (JUI), ha inscenato un gesto simbolico di protesta, abbandonando l’aula durante i lavori parlamentari. Al rientro, Asiya Nasir ha detto: “L’omicidio di Bhatti denota gravi mancanze nella sicurezza. Il governo dovrebbe catture subito i colpevoli e adottare misure concrete in favore delle minoranze religiose”. Anche i rappresentanti di altri partiti islamici si cono uniti al coro della protesta.
Il Ministro degli Interni ha respinto le accuse e ha presentato un primo rapporto sullo stato delle indagini sull’omicidio, informando che la polizia ha già arrestato diversi elementi sospetti e affermando che “l’omicidio è stato attentamente pianificato”.
Il Ministro Bhatti usava dormire nella residenza di sua madre, e spesso non usufruiva della scorta per i suoi spostamenti, forse perché non di fidava, dopo quanto accaduto al governatore Taseer, ucciso proprio da un uomo della sua scorta
Fonti di Fides in Pakistan commentano: “I partiti islamici che oggi parlano in favore di Bhatti sono gli stessi che ieri hanno bocciato la mozione per la revisione della legge sulla blasfemia o la Commissione per rivederla. Sono i partiti che hanno sempre avversato Bhatti nel suo impegno in favore delle minoranze. Oggi vogliono usare la sua morte per colpire il governo”. (PA) (Agenzia Fides 4/3/2011)


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