ASIA/AFGHANISTAN - Avvocato afgano: “Urgono leggi rispettose dei diritti umani”

sabato, 26 febbraio 2011

Kabul (Agenzia Fides) – Un cristiano è stato salvato, ma altri rischiano la morte: l’Afghanistan ha bisogno urgente di "nuove leggi che rispettino pienamente i diritti umani, la libertà di coscienza, di espressione e di religione”. E’ quanto dichiara all’Agenzia Fides Afzal Nooristani, avvocato e Direttore Esecutivo della “Legal Aid Organization of Afghanistan” (LAOA), esprimendo la sua soddisfazione per la salvezza di Sayed Musa, afgano convertito dall’islam al cristianesimo, che rischiava la pena di morte per apostasia. L’organizzazione, che garantiva all’uomo assistenza legale, conferma a Fides che Sayed Musa è stato liberato la scorsa notte ed è salvo.
Secondo fonti di Fides in Afghanistan, nelle scorse settimane le pressioni del governo statunitense e della comunità internazionale avevano già fatto sì che il caso di Musa Sayed fosse bloccato all’Ufficio del Procuratore, senza proseguire l’iter verso il processo. Secobdo le stesse fonti, Musa potrebbe trovare asilo politico all’estero, probabilmente in Pakistan, dove risiede parte della sua famiglia.
Afzal Nooristani spiega che “se il processo fosse iniziato davanti a un tribunale, l’uomo avrebbe avuto una condanna più che certa. Attualmente, però, il caso si trovava nel dipartimento del Procuratore della pubblica accusa, che si occupa delle indagini, e il processo non era ancora stato fissato”. “Credo che l’Afghanistan abbia bisogno di nuove leggi che rispettino pienamente i diritti umani, la libertà di coscienza, di espressione e di religione”, nota l’avvocato.
“Penso che occorra una complessiva riforma del sistema giuridico – continua – ma il paese attualmente attraversa un complesso di problemi e di sfide, come il terrorismo, la presenza di forze ultra conservatrici, la nebulosità della classe politica, che rendono piuttosto arduo questo processo”.
“La speranza – conclude – sta nella progressiva coscientizzazione, crescita e sviluppo della società civile afgana. Speriamo che la comunità internazionale possa incoraggiare questo processo”. Settori della società civile afgana sono sensibili al tema del rispetto dei diritti umani e della protezione delle libertà fondamentali dell’individuo, e molti avvocati condividono l’approccio della LAOA.
Musa Sayed, 45 anni, padre di 6 figli, e operatore della Croce Rossa, era stato arrestato il 31 maggio 2010 dopo che la tv nazionale aveva trasmesso un servizio in cui narrava la sua conversione dall’islam al cristianesimo. Nelle scorse settimane attivisti cristiani e difensori dei diritti umani avevano lanciato una campagna internazionale, anche sul social network Twitter, chiedendo al Presidente Usa Barak Obama di intervenire per salvare Musa Sayed.
La Costituzione afgana dichiara l’islam “religione di stato” e consente ai seguaci di altre fedi di esercitare il diritto di culto “nelle forme previste dalla legge”. La sharia (legge islamica) in Afghanistan è la fonte del diritto ed esistono leggi che prevedono la pena di morte per apostasia e per blasfemia. Un altro afgano, Ahmad Shah, si trova nella stessa situazione di Musa Sayed. (PA) (Agenzia Fides 26/2/2011)


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