ASIA/PAKISTAN - La società civile: Corte Suprema e governo blocchino gli estremisti islamici

venerdì, 14 gennaio 2011

Islamabad (Agenzia Fides) – La società civile in Pakistan si appella alla Corte Suprema perché blocchi gli estremisti islamici, che imperversano a tutti i livelli, e perché tuteli lo stato di diritto e le libertà costituzionali di tutti i cittadini.
Come riferito all’Agenzia Fides, la rete “Cittadini per la democrazia” ha inviato una lettera al Presidente della Corte Suprema perchè intervenga con un provvedimento “suo moto” (cioè “di sua iniziativa”, che è nelle sue prerogative) per “prevenire violazioni sui diritti fondamentali della persona”, e per garantire che “a nessun cittadino sia negata la vita o la libertà, nel rispetto della legge”, come afferma l’articolo 9 della Costituzione. La rete riunisce un vasto movimento di associazioni di ogni estrazione e matrice religiosa, fra le quali c’è la Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani, la “Commissione per i Diritti Umani del Pakistan” e anche organizzazioni musulmane.
L’appello giunge dopo le minacce e l’istigazione all’omicidio apertamente diffuse dai leader della rete islamica Tehrik Tahaffuz Namoos-i-Risalat (“Alleanza per difendere l’onore del Profeta”), che hanno elogiato il killer del governatore del Punjab, hanno incoraggiato i militanti a uccidere Asia Bibi e tutti coloro che vorrebbero modificare la legge sulla blasfemia.
La lettera, inviata all’Agenzia Fides, rileva che non si può impunemente incitare all’odio e all’omicidio, senza subire conseguenze di natura legale. Per questo si chiede una indagine e un intervento della Corte Suprema, organo che ha il dovere di tutelare la legalità nel paese.
Inoltre organizzazioni come l’Asian Human Right Commission domandano anche al governo pakistano di adottare provvedimenti urgenti contro gli estremisti. Un comunicato giunto a Fides afferma: “L’immobilismo del governo dimostra debolezza e impotenza di fronte a chi si fa beffe della legge”. In tal modo si legittimano “quanti credono di disporre della legge a piacimento e di potersi fare giustizia da soli. Se non vi sarà alcuna mossa, di fronte a tali gravi eventi, “il governo diventerà complice della diffusione dell’intolleranza e dell’odio religioso”. (PA) (Agenzia Fides 14/1/2011)


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