ASIA/PAKISTAN - Liberato un cristiano condannato a 25 anni di carcere per blasfemia

sabato, 27 novembre 2010

Lahore (Agenzia Fides) – Munir Masih, cristiano accusato e condannato a 25 anni di carcere per blasfemia, è stato liberato su cauzione oggi, 27 novembre, dall’Alta Corte di Lahore.
Il suo è un altro caso di evidente abuso della legge sulla blasfemia: Munir era stato condannato “per aver toccato il Corano con le mani sporche”. L’uomo ha sempre protestato la sua innocenza, spiegando che le accuse infondate venivano da un vicino di casa, dopo una lite fra i rispettivi figli. Munir, operaio che vive nel distretto di Kasur, in Punjab, è sposato con Riqqiya Bibi ed è padre di sei figli. Riqqiya, anch’essa condannata a 25 anni per la medesima accusa, resta invece ancora in carcere, ma gli avvocati sperano che, dopo il rilascio del marito, alla donna tocchi la stessa sorte: l’Alta Corte si pronuncerà per lei la prossima settimana.
Entrambi, arrestati nel dicembre 2008, sono stati condannati da un tribunale di primo grado a 25 anni di prigione ma, dopo nuove indagini e verifiche, l’Alta Corte di Lahore (il secondo grado di giudizio) si prepara a rovesciare il verdetto: il rilascio su cauzione ne è il segnale, notano a Fides gli avvocati che stanno seguendo il caso, membri del “Centre for Legal Aid Assistence and Settlement”, con sedi a Londra e Lahore.
La richiesta di rilascio su cauzione per la coppia cristiana è stata inoltrata per tre volte e i coniugi erano già stati rilasciati a gennaio 2009, per poi essere arrestati nuovamente in seguito alle proteste di militanti musulmani.
“Il caso di Munir Masih e Riqqiya Bibi – nota una fonte di Fides – conferma il trend per cui molti dei verdetti iniqui comminati in primo grado per blasfemia, basati su false accuse, vengono ribaltati dopo nuove indagini dell’Alta Corte: accade nel 95% dei casi. Speriamo questo accada anche nel caso di Asia Bibi. Intanto si pone il serio problema delle condizioni in cui versano i tribunali di primo grado, facilmente influenzati da pressioni esterne, e l’urgente revisione della legislazione sulla blasfemia”.
Sull’onda del caso di Asia Bibi, la prima donna cristiana condannata a morte per blasfemia, e della mobilitazione nazionale e internazionale seguita, una proposta di revisione della legge sulla blasfemia è stata depositata all’Assemblea Nazionale (vedi Fides 26/11/2010) da Sherry Rehman, parlamentare musulmana e Presidente del prestigioso “Jinnah Institute”. (PA) (Agenzia Fides 27/11/2010)


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