ASIA/INDONESIA - Escalation di attacchi e violenze contro le chiese: allarme dei cristiani

lunedì, 25 ottobre 2010

Giacarta (Agenzia Fides) – “La violenza e gli attacchi contro le chiese cristiane, di tutte le confessioni è cresciuta negli ultimi anni e negli ultimi tempi, soprattutto nell’area di Giacarta e nella parte occidentale dell’isola di Giava. Siamo sempre più preoccupati”: è quanto dice all’Agenzia Fides S. Ecc. Mons. Johannes Pujasumarta, Vescovo di Bandung e Segretario Generale della Conferenza Episcopale dell’Indonesia. “I responsabili sono piccoli gruppi islamici radicali che stanno seminando il panico fra i nostri fedeli, soprattutto nelle diocesi di Giacarta, Bandung, Bogor. E’ vero che si tratta di gruppi minoritari, ma occorre fermarli. La violenza aumenta anche per l’indifferenza delle autorità civili e della polizia, che prendono sottogamba le violenze. Chiediamo maggiore attenzione e protezione per le comunità cristiane e che tali atti non restino impuniti”, ribadisce il Vescovo.
Un rapporto documentato e circostanziato, che descrive gli ultimi incidenti, è stato inviato all’Agenzia Fides dall’Indonesia Christian Communication Forum (ICCF), organizzazione che riunisce leader di diverse confessioni cristiane e monitora la situazione e le violenze contro i cristiani in Indonesia.
Il rapporto, diffuso ieri in un conferenza pubblica a Giacarta, ricorda che il 17 ottobre scorso gruppi radicali islamici hanno minacciato di attaccare una chiesa cattolica a Karanganyar, Giava centrale. Giorni prima, il 13 ottobre, a Sukoharjo, nella stessa zona, 12 militanti in motocicletta hanno appiccato il fuoco a una chiesa protestante. Il 12 ottobre un medesimo tentativo, fortunatamente con pochi danni, ha colpito la chiesa cattolica di San Giuseppe a Klaten, sempre a Giava centrale. Il Forum ricorda che nel settembre scorso una chiesa cattolica è stata colpita anche nella provincia di Pasir, nel Borno indonesiano: quest’ultimo episodio mette in guardia sul possibile contagio di attacchi estremisti in altre province della nazione, anche se la maggior parte degli episodi di violenza si registrano nei sobborghi di Giacarta e nella parte occidentale e centrale dell’isola di Giava.
Secondo dati forniti dal Forum, gli attacchi contro edifici religiosi cristiani non islamici sono in costante aumento dall’indipendenza dell’Indonesia (1945) ad oggi: fra il 1945 e il 1967, due chiese sono state incendiate; fra il 1967 e il 1969 (dopo l’ascesa al potere di Suharto) ne sono state colpite 10. Fra il 1969 e 1998 il bilancio si è impennato fino a 460 attacchi (soprattutto dopo un provvedimento di Suharto che regolamentava la creazione di luoghi di culto). Ma, anche dopo l’avvio della nuova era di riforme, la situazione non sembra migliorata: nell’ultimo decennio il Forum ha monitorato oltre 700 attacchi, che portano il totale degli episodi di violenza contro le chiese, fra il 1945 e il 2010, alla drammatica cifra di 1.200.
P. Benny Susetyo, Segretario della Commissione per il Dialogo interreligioso in seno alla Conferenza Episcopale, illustrando il documento, ha sottolineato che “gli attacchi sono possibili per la negligenza delle forze dell’ordine”, notando il forte rischio che “continueranno finchè ai violenti sarà garantita l’impunità”.
Esponendo a Fides le strategie della Chiesa, Mons. Pujasumarta conclude: “In Indonesia tutti – autorità, leader religiosi, società civile – siamo chiamati a difendere l’idea e il modello di una società armoniosa e pluralistica. Per questo il dialogo resta la via maestra: soprattutto continueremo a cercare appoggio e solidarietà dai gruppi musulmani moderati che rappresentano la larga maggioranza dell’islam indonesiano”. (PA) (Agenzia Fides 25/10/2010)


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