Santiago (Agenzia Fides) – Dopo 82 giorni di digiuno, i mapuche detenuti nelle carceri di Concepción, Lebu e Temuco hanno deciso di porre fine a questa misura di pressione la sera di venerdì 1 ottobre, dopo aver raggiunto un accordo con il governo nel processo di dialogo facilitato promosso dalla Chiesa cattolica. La notizia è stata data dall'Arcivescovo di Concepción, Mons. Ricardo Ezzati, insieme al rappresentante degli indigeni, Natividad Llanquileo, e al Sottosegretario alla Presidenza, Claudio Alvarado. La notizia è stata inviata all’Agenzia Fides dalla Conferenza Episcopale del Cile.
I “Mapuche” sono un gruppo di indigeni appartenenti al movimento che rivendica i diritti politici e territoriali della comunità mapuche. Sono in carcere per una serie di azioni violente che vanno dall'incendio doloso al tentato omicidio. Alla base dello sciopero della fame intrapreso c'è la richiesta di non essere giudicati secondo la legge anti-terrorismo voluta dal dittatore Augusto Pinochet e l'eliminazione del “doppio processo” (militare e civile) che riguarda le cause che coinvolgono anche militari. (CE) (Agenzia Fides 04/10/2010)