Maputo (Agenzia Fides)- “È una situazione che si evolve di giorno in giorno e non è quindi possibile per il momento effettuare delle previsioni” dice a Fides una fonte della Chiesa da Maputo, capitale del Mozambico, dove nei giorni scorsi si sono verificati gravi scontri tra polizia e dimostranti, che protestavano per il forte rialzo dei prezzi (vedi Fides 2 e 3/9/2010). Secondo l’ultimo bilancio ufficiale, le violenze avrebbero causato 10 morti e 450 feriti.
“Al momento la situazione è calma, ma sono state preannunciate per oggi e domani nuove manifestazioni di protesta” dice la fonte di Fides. “Nel centro di Maputo la vita è tornata alla normalità, gli esercizi commerciali sono aperti, il traffico è ripreso a ritmi quasi ordinari. Le forze dell’ordine sono però schierate in forza nelle zone periferiche, le più povere di Maputo, dove è esplosa la protesta”.
La polizia ha arrestato almeno 6 persone con l’accusa di aver inviato dei messaggi SMS per incitare alla protesta. “Sembra in effetti che non vi sia un gruppo preciso che ha organizzato le dimostrazioni ma che queste siano partite dal basso, tramite una sorta di passaparola trasmesso tramite i messaggi inviati sui cellulari” commenta la fonte di Fides. “Non si possono escludere nuove proteste perché la popolazione è delusa dalla risposta del governo che ha dichiarato che non intende abbassare i prezzi dei beni del pane e dell’elettricità, a causa della congiuntura economica internazionale, ed ha anzi invitato la popolazione a lavorare di più”.
“Vi sono stati disordini anche in altre città del Mozambico (in particolare a Chimoio) ma si è trattato di incidenti minori. Domani, 7 settembre, festa nazionale in ricordo degli Accordi di Lusaka, si terrà una cerimonia ufficiale alla presenza del Capo dello Stato. Si temono dimostrazioni e per questo si prevede una forte presenza delle forze dell’ordine” afferma la fonte di Fides.
Il 7 settembre 1974 vennero firmati a Lusaka (Zambia) gli accordi che mettevano fine alla guerra di indipendenza del Mozambico dal Portogallo e aprivano la strada all’indipendenza nazionale, proclamata il 25 giugno 1975. In seguito il Mozambico sprofondò in una drammatica guerra civile che si concluse nel 1992. Da allora il Paese ha effettuato progressi economici di rilievo che non sono però ancora sufficienti a far uscire buona parte della popolazione dalla povertà. (L.M.) (Agenzia Fides 6/9/2010)