ASIA/PAKISTAN - Donne cristiane: fare rete contro la violenza e per i diritti

lunedì, 19 luglio 2010

Karachi (Agenzia Fides) – “Nel contesto sociale pakistano, in cui sono comune abusi e discriminazioni sulle donne, le donne cristiane sono le più deboli e indifese e dunque esposte a vessazioni e violenze”: lo dice all’Agenzia Fides Rosemary Noel, coordinatrice nazionale della “Pakistan Catholic Women Organization” (PCWO, Organizzazione delle donne cattoliche del Pakistan) commentando l’episodio della violenza su Magdalene Ashraf, studentessa cattolica di Karachi, che in questi giorni occupa le cronache nazionali (vedi Fides 17/7/2010).
“La PCWO ha preso a cuore il caso, è in contatto con la famiglia della vittima, ha organizzato e partecipato alle manifestazioni che continuano sotto l’ospedale di Karachi dove è avvenuta la violenza”, spiega Noel a Fides . “Siamo presenti con altre organizzazioni della società civile per condividere questa lotta di civiltà e per evitare l’impunità. Vogliamo assicurarci che i colpevoli vengano perseguiti legalmente. Sembra che il governo abbia preso in mano il caso, ma l’attenzione della società civile e della Chiesa in Pakistan deve restare alta”, rimarca.
“Quello della violenza sulle donne è un problema serio: in particolare le donne cristiane sono fra le vittime privilegiate degli abusi. Sono lavoratrici domestiche o infermiere che subiscono molestie sessuali o violenze fisiche e psicologiche. Si tratta spesso di giovani non istruite, e i datori di lavoro ne approfittano. Non hanno diritti o tutele di alcun genere, sono discriminate e mancano del tutto di pari opportunità. I casi di violenze che giungono alla ribalta delle cronache, come quello di Karachi, sono una parte infinitesimale del fenomeno”, spiega. Nei mesi scorsi la comunità cristiana in Pakistan si è mobilitata per altri due casi clamorosi, quello di Shazia Bashir (vedi Fides 25/1/2010) e quello di Sumera Pervaiz (Vedi Fides 29/4/2010).
“Per questo la PCWO opera su tutto il territorio nazionale con programmi di coscientizzazione sui diritti e soprattutto per l’istruzione delle donne, che resta il punto determinante”, nota Noel. Inoltre “operiamo in rete con altre organizzazioni, cristiane e non, che difendono i diritti delle donne in Pakistan, e ne promuovono le condizioni sociali”, conclude.
Secondo la Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani, “la violenza, i crimini e gli abusi sessuali contro le donne appartenenti alle minoranze religiose avvengono in maniera sistematica e affondano le radici in pregiudizi di razza, classe e religione”. Le leggi discriminatorie, segnalate anche dalla Commissione nazionale sulla Condizione della Donna, restano in vigore.
Nel 2009 la violenza contro le donne è cresciuta del 13% su base nazionale: nel 2008 sono stati censiti 7.571 incidenti, nel 2009 sono 8.548, come informa la “Aurat Foundation”, attiva da oltre 20 anni per la promozione dei diritti delle donne in Pakistan. La Commissione “Giustizia e Pace” chiede al governo di revocare tutte le leggi discriminatorie verso le donne e di nominare un Commissario nazionale per la tutela dei diritti delle donne. (PA) (Agenzia Fides 19/7/2010)


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