ASIA/PAKISTAN - La Chiesa in Pakistan accoglie con favore la Petizione internazionale anti-blasfemia: già 3.000 adesioni

giovedì, 10 giugno 2010

Islamabad (Agenzia Fides) – La Chiesa in Pakistan accoglie con favore e con grande speranza la Petizione internazionale lanciata dall’ufficio francese di “Aiuto alla Chiesa che soffre” per abolire la legge sulla blasfemia. La petizione continua a raccogliere consensi e ha già raggiunto circa 3.000 firme.
Peter Jacob, Segretario esecutivo della “Commissione Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Pakistan, dichiara all’Agenzia Fides: “E’ un’iniziativa che è davvero benvenuta. Ne siamo davvero felici, è una boccata di ossigeno per noi. Da anni lottiamo per una totale abolizione di questa legge e abbiamo promosso anche in Pakistan una petizione popolare. Fra l’altro siamo allarmati in quanto sembra che anche in altri paesi del mondo, specialmente quelli islamici, si discute se promulgare leggi come questa. Occorre creare maggiore consapevolezza nella comunità internazionale. Speriamo che con questa iniziativa si smuova l’opinione pubblica europea. Di recente il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che chiede protezione per le minoranze e libertà religiosa in Pakistan. Speriamo che le pressioni della società civile, in Pakistan e all’estero, servano a smuovere il governo pakistano”.
Attualmente l’esecutivo è nell’assoluto immobilismo: “In linea di principio il governo dice di voler difende i cittadini innocenti che subiscono gli effetti di questa legge; ma, a livello pratico, non fa nulla, in quanto subisce l’influenza dei gruppi estremisti islamici”, spiega Jacob a Fides. “Speriamo nel successo internazionale di questa petizione”, conclude.
Francis Mehboob Sada, cattolico, è Direttore del Christian Study Center a Rawalpindi. Il Centro è un luogo ecumenico di documentazione, studio e riflessione, apprezzato per la sua opera di monitoraggio e informazione sulla condizione dei cristiani in Pakistan, nonché per l’impegno nel dialogo interreligioso. Mehboob Sada commenta a Fides: “Firmo con piacere la Petizione e aderisco alla campagna. C’è un grande bisogno di abrogare questa legge che, dal 1986 in poi, ha colpito oltre 50.000 persone, e ha registrato oltre 1.000 condanne. Le vittime sono di tutte le religioni: musulmani, cristiani, ahmadi e di altre minoranza. Per questo esiste un movimento trasversale che ne chiede l’abolizione: comprende fedeli cristiani, gruppi della società civile, organizzazioni per la difesa dei diritti umani e anche molti gruppi musulmani moderati. Solo poche fazioni estremiste continuano a sostenerla. Il Parlamento pakistano ha istituito una Commissione ad hoc per esaminare la questione e presentare delle proposte. Ma l’unica proposta valida possibile è l’abolizione. Bisogna ricordare, infatti, che dal 1947 (anno dell’indipendenza del Pakistan) al 1986 (anno della promulgazione della legge) non vi sono stati casi di blasfemia in Pakistan. Questa legge contribuisce a creare disarmonia nella società e colpisce gli innocenti”. (PA) (Agenzia Fides 10/6/2010)


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