Roma (Agenzia Fides)- Sono oltre 10 milioni le persone alle quali le organizzazioni umanitarie non possono prestare assistenza a causa di 20 conflitti che imperversano in diverse zone del mondo. Lo sostiene Jan Egeland, coordinatore per gli interventi d'emergenza delle Nazioni Unite, che lancia un allarme in particolare per la situazione di Sudan e Repubblica Democratica del Congo (RDC). Nell’ovest del Sudan, nella regione del Darfur, dove da febbraio scorso si è intensificata la guerra civile, le cifre ancora provvisorie della tragedia umanitaria sono impressionati: 10mila morti, un milione di profughi interni e 200mila rifugiati nel confinante Ciad. Villaggi devastati, raccolti depredati, bestiame razziato, massacri e stupri. Una violenza inaudita al punto che diversi osservatori internazionali e la stessa ONU parlano ormai di pulizia etnica.
Nel Darfur si affrontano l’esercito regolare e milizie filo-governative da una parte, e due movimenti di guerriglia che reclamano maggiore attenzione da parte governativa nei confronti della regione, che sostegno essere stata “marginalizzata” dal governo centrale.
La maggior parte delle organizzazioni umanitarie fa ancora fatica a operare nel Darfur,ma sono comunque molto attive nel confinante Ciad nel prestare assistenza ai rifugiati sudanesi. “Sono finora oltre 93mila i rifugiati sudanesi che si trovano nei campi dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nell'entroterra del Ciad, a distanza di sicurezza dal confine con il Sudan” si afferma in un comunicato dell’UNHCR giunto all’Agenzia Fides. L’UNHCR è impegnato nel tentativo di trasferire il più rapidamente possibile i rifugiati dalle zone di frontiera ai campi, soprattutto nella parte meridionale del tratto di confine interessato dall'esodo, dove la stagione delle piogge è già cominciata. Sono in corso le operazioni per il trasferimento di circa 15mila rifugiati da Ade al campo di Djabal, che al momento accoglie 2.500 persone. “In quest'area le piogge sono ancora sporadiche, ma è necessario accelerare le operazioni di trasferimento prima che l'intensificarsi delle precipitazioni renderà le strade completamente impraticabili” afferma il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 15/6/2004 righe 28 parole 329)