Abuja (Agenzia Fides)- “Le circostanze in cui mi trovo ad assumere le funzioni di Presidente ad interim del nostro Paese sono non comuni. Più che mai, pertanto, esorto tutti i nigeriani come popolo che ha fede in Dio, a pregare con fervore per la piena ripresa del nostro caro Presidente e il suo rientro anticipato”. Così il Vicepresidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, ha accettato ieri, 9 febbraio, l’incarico di Presidente ad Interim, conferitogli dopo che le due Camere del Parlamento, Senato e Camera dei rappresentanti, avevano adottato due risoluzioni distinte per affidare a Jonathan la presidenza ad interim (vedi Fides 9 febbraio 2010).
Si è così concluso un lungo braccio di ferro per costringere il Presidente Umaru Yar'Adua, da novembre ricoverato da novembre in Arabia Saudita, ad affidare i poteri presidenziali al suo Vice.
La soluzione però rischia di aprire un nuovo contenzioso perché non è stata seguita la procedura prevista dalla sezione 145 della Costituzione, che prevede che sia il Presidente a comunicare al Parlamento con una lettera il suo impedimento ad esercitare le proprie funzioni, affidando al Vice la Presidenza ad Interim. Le risoluzioni approvate dai due rami del Parlamento affermano di basarsi sull’intervista rilasciata da Yar'Adua il 12 gennaio, nella quale il Presidente affermava che tornerà in Nigeria ad esercitare i suoi poteri quando i medici glielo consentiranno.
Le due mozioni affermano che nel rilasciare l’intervista Yar’Adua ha ottemperato a quanto previsto dalla Costituzione perché ha rivelato all’intero Paese la sua temporanea impossibilità a governare. Dal punto di vista tecnico- giuridico il Parlamento ha fatto appello alla “dottrina della necessità”, una norma della Common Low (la giurisprudenza adottata dai Paesi di lingua inglese, fondata su una serie di regole non raccolte in un Codice di Leggi, come nel diritto latino), che consente ai giudici di fare giustizia in situazioni non previste da specifiche disposizioni di legge.
Applicando questa definizione alla crisi istituzionale, la decisione dell’Assemblea nazionale è stata giustificata come una misura per far fronte a una situazione d'emergenza non prevista dagli estensori della Costituzione. Yar’Adua infatti non ha potuto o voluto scrivere la lettera per affidare i poteri presidenziali a Jonathan, mentre nel Paese cresceva il senso di insicurezza e di incertezza sulla guida della nazione.
Nel suo discorso di insediamento il Presidente ad interim Jonathan ha lanciato un appello all’unità nazionale e ha voluto rassicurare tutti sul rispetto della democrazia. “Non vi sono vincitori e perdenti, perché grazie a Dio, siamo riusciti ancora una volta a far avanzare il nostro Paese”. Jonathan ha indicato le priorità della sua amministrazione: consolidare l’amnistia nel Delta del Niger; ricercare una soluzione duratura alla crisi di Jos; migliorare la sicurezza pubblica; potenziare le infrastrutture ( tra cui la rete elettrica) per favorire nuove opportunità di lavoro. (L.M.) (Agenzia Fides 10/2/2010)