Biskek (Agenzia Fides) – Alta tensione sociale ed elevato rischio di disordini caratterizzano le elezioni presidenziali in Kirghizstan, repubblica dell’Asia centrale, indipendente dal 1991, dopo il crollo dell’impero sovietico.
Dopo la tornata elettorale, che ha visto vincente il premier uscente, Kurmanbek Bakiev, con circa l’85% dei consensi, il presidente ha schierato 5.000 poliziotti nella capitale per garantire l'ordine pubblico. L’opposizione infatti, guidata da Almazbek Atambaiev, ritiratosi dalla competizione proprio alla vigilia del voto, ha annunciato manifestazioni di piazza contro un voto considerato illegittimo per presunti abusi e brogli commessi anche durante la campagna elettorale, e ha chiesto di annullare il voto. La polizia è intervenuta per disperdere una manifestazione di protesta nella città di Balykchi, nel nord del paese, e anche nella capitale potrebbero verificarsi scontri.
L'organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) ha mostrato preoccupazione durante la campagna elettorale, notando che l’opposizione è stata penalizzata, in fatto di mezzi e presenza sui mass-media e che le elezioni non hanno rispettato gli standard internazionali di correttezza e trasparenza.
Dopo i moti del 2005, che hanno rovesciato il regime autocratico del presidente Askar Akayev, il paese muove i primi passi sulla strada delle democrazia, confrontandosi con gravi problemi sociali e sanitari. Le condizioni interne, segnate da disoccupazione e povertà, provocano migrazioni di ampi segmenti di popolazione soprattutto verso la Russia. Il paese è considerato uno dei più poveri e instabile dell'Asia centrale, ma è conteso tra le grandi potenze per la sua posizione strategica, al confine con l'Afghanistan. (PA) (Agenzia Fides 24/07/2008 righe 25 parole 256)