AFRICA/SIERRA LEONE - Mons. Melchior de Marion Brésillac, il cui sacrificio ha dato il via alla successione Apostolica in Sierra Leone è stato ricordato a 150 anni dalla morte

mercoledì, 1 luglio 2009

Freetown (Agenzia Fides)- “L’erezione del “Vicariato Apostolico della Sierra Leone” da parte di Pio IX, il 13 aprile 1858, segna la rinascita delle missioni cattoliche in questa parte dell’Africa Occidentale, rimasta abbandonata ormai da troppo tempo” afferma P. Gerardo Caglioni, missionario saveriano, esperto della storia della Chiesa in Sierra Leone, che ha inviato a Fides un ulteriore contributo in occasione dei 150 anni della morte di Mons. Melchior de Marion Brésillac, il primo Vicario Apostolico del Paese (vedi Fides 23/6/2009).
Con la nomina a Vicario di Mons. De Marion Brésillac, la Sierra Leone - e i Paesi che gli fanno da corona, la Liberia e la Guinea Francese - riprendono a vivere quella felice esperienza del XVII secolo, in cui i Gesuiti e i Cappuccini costituirono vivaci e dinamiche comunità cristiane in quel lontano lembo d’Africa nera. Purtroppo - non si capisce ancora bene che cosa successe veramente - quelle comunità cristiane, che erano germinate in modo così generoso e singolare a partire dalle conversione degli stessi re e dei numerosi leader di quelle antiche società africane, si erano improvvisamente spente perché abbandonate dalla gerarchia ecclesiastica, che avevano preferito spostarsi in altri territori più disponibili e climaticamente migliori.
Con la bolla Universi Dominici, del 23 settembre 1857, si riapre quindi questo campo missionario e il nuovo gruppo dei missionari dello SMA (Società delle Missioni Africane) - appena fondato per l’annuncio del Vangelo in Africa - viene incaricato della cura pastorale di quella porzione di terra.
Il Brésillac, che accoglie con obbediente docilità l’incarico (non certo facile) ricevuto da Propaganda Fide, organizza prontamente la sua missione e, nel gennaio 1859, manda a Freetown, scelta come centro del nascente Vicariato Apostolico, i primi tre missionari: P. Louis Réymond, P. Baptiste Bresson e Fr. Eugène Reynaud.
Poco dopo è pronto un secondo gruppo, composto da P. Louis Riocreux, Fratel Gratien Monnoyeur e dallo stesso Melchior De Marion Brésillac, che sbarca a Freetown il 14 maggio.
Al loro arrivo, a Freetown, imperversa una virulente epidemia di febbre gialla e nonostante i divieti del capitano della nave e le voci che raccontavano che gli europei di quella città morivano come mosche, i missionari sbarcano lo stesso. Il resto della storia è conosciuto. In pochi giorni, cinque di loro morirono e l’altro fu costretto a rientrare in Francia.
Nei giorni scorsi alcuni missionari della SMA - i figli del Brésillac - sono ritornati nella Sierra Leone per celebrare il 150° anniversario della scomparsa del primo vescovo della Sierra Leone e loro Fondatore. Sebbene sia stato Vescovo su questo territorio solamente per poco più di un mese, ha dato inizio alla successione apostolica, che da allora continua, feconda e promettente.
Nel giorno della morte del Brésillac, il 25 giugno, i convenuti hanno voluto rifare il cammino che dal porto, dove sbarcarono i missionari 150 anni fa, conduce al cimitero di Circular Road, posto in cima alla collina che sovrasta la vecchia città coloniale di Freetown. In questo modo, hanno voluto rendere omaggio all’uomo che, sacrificandosi per la sua Chiesa, è diventato seme fruttifero di Cristo. Come seme sepolto in terra d’Africa, assieme ai suoi quattro confratelli, è stato principio di vita per una Chiesa dinamica, oggi quanto mai promettente.
Una Chiesa che cresce e che promette addirittura, per il prossimo futuro, qualche nuova diocesi in cui organizzare pastoralmente questo territorio, che se pur frequentato da nuclei tradizionalmente musulmani, resta singolarmente aperto all’annuncio del Vangelo e all’accoglienza del Cristo salvatore. (G.C.) (L.M.) (Agenzia Fides 1/7/2009 righe 40 parole 576)


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