Lilongwe (Agenzia Fides)- Malawiani al voto domani, 19 maggio, per eleggere il Capo dello Stato e il Parlamento. Il Presidente uscente, Bingu wa Mutharika, è dato come favorito, soprattutto dopo che la Corte Suprema ha stabilito che Bakili Muluzi, l'ex Presidente che ha ricoperto due mandati (1994-2004), non può presentarsi per cercare di ottenere un terzo.
“Nelle ultime settimane lo scontro elettorale è diventato incandescente e si fanno promesse impossibili, come quella di creare un'università in tutti i 29 distretti del Paese” dice all'Agenzia Fides p. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano che da decenni vive e opera in Malawi. “La Presidenza usa a proprio vantaggio tutta la struttura di governo, andando al di là del buon gusto. La televisione di Stato viene usata al 99.9% per promuovere il Presidente, e il resto per attaccare gli altri partiti. Il MACRA, il gruppo parastatale incaricato della gestione delle frequenze radio- televisive, ha sborsato 300 milioni di Kwacha per stampare il materiale propagandistico per il partito di governo. Lo ha fatto nel nome del suo compito di "educazione civica delle masse”. L'uso dei mass media statali da parte del partito al potere è stato criticato dal capo della missione di osservatori in Malawi dell'Unione Europea. Secondo le previsioni di osservatori indipendenti, il Partito Progressista Democratico (DPP) di Bingu wa Mutharika è destinato a essere superato in Parlamento da una coalizione di partiti avversari. Il Presidente uscente si prepara così a dirigere un governo di minoranza.
Per cercare di stemperare il clima elettorale incandescente un gruppo Pentecostale ha promosso il Presidential Breakfast. “Questa iniziativa- dice p. Gamba- è stato un tentativo di radunare tutti i candidati alle elezioni per una riflessione e per pregare per il pacifico svolgimento delle elezioni. A causa dell'acceso confronto elettorale, solo due candidati su sette hanno partecipato alla preghiera. I rappresentanti religiosi erano tutti presenti: i due Sinodi della chiesa Presbiteriana, un Vescovo emerito della Chiesa Anglicana, e Mons. Tarcisius Ziyaye, Arcivescovo di Blantyre”.
Il Malawi è uno dei Paesi più poveri del mondo, ma nel 2008 la sua economia ha registrato la seconda crescita più alta a livello globale (9,7%) grazie all'espansione del settore delle telecomunicazioni, alle esportazioni di tabacco, ed a un ottimo raccolto di cereali. Anche quest'anno si prevede una crescita, grazie all'avvio delle attività della miniera di uranio di Kayelekera, nel nord del Malawi. L'85% delle azioni della miniera sono detenute da una compagnia australiana e le rimanenti (15% ) dal governo. La compagnia ha già firmato tre contratti per la vendita sia agli Stati Uniti che alla Cina di quantitativi ingenti di materiali, che però non saranno lavorati sul posto, ma esportati grezzi. “Questa miniera rimane una delle incognite più grandi della politica del Presidente uscente, perché il contratto con l'impresa australiana è stato gestito direttamente dal governo, che è riuscito a zittire anche gli ambientalisti che temevano l'inquinamento del lago Niassa. Il lago di acqua dolce, lungo 600 chilometri, nel cuore dell'Africa che soffre la siccità, rimane la ricchezza più importante del Paese” conclude p. Gamba. (L.M.) (Agenzia Fides 18/5/2009 righe 37 parole 523)