Harare (Agenzia Fides)- In Zimbabwe il colera è diventato un altro aspetto dello scontro politico tra il Presidente Robert Mugabe e l'opposizione guidata da Morgan Tsvangirai, leader del Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC).
Il primo è partito per il Vertice dell'ONU di Doha (Emirati Arabi Uniti) affermando che la situazione è sotto controllo, il secondo invece afferma che l'epidemia di colera “rappresenta la più grave minaccia storicamente subita dal Paese. Mentre milioni di persone sono minacciate dalla carestia nei prossimi mesi, il tasso di mortalità causato dal colera è già di 50 decessi al giorno e aumenterà in maniera drammatica con l'inizio della stagione delle piogge”.
I dati riferiti da Tsvangirai sono da confrontare con quelli delle Nazioni Unite, secondo i quali da agosto al 25 novembre, i casi di colera sono 9mila dei quali 366 mortali. L'epidemia progredisce anche perché il sistema sanitario locale è al collasso: gli ospedali sono privi di farmaci e diversi medici e infermieri hanno lasciato il Paese per andare a lavorare all'estero. Nelle ultime due settimane più di 200 malati zimbabwani sono stati accolti a Musina, una località sudafricana alla frontiera con lo Zimbabwe.
Il regime, oltre a minimizzare la gravità dell'epidemia, ha rivolto accuse alla comunità internazionale, affermando che il colera è “una conseguenza delle sanzioni occidentali”, imposte per costringere Mugabe e il suo entourage a venire a patti con l'opposizione.
Sul piano politico, infatti, la situazione rimane bloccata. Nonostante un'intesa di principio per la formazione di un governo di unione nazionale, Mugabe e l'opposizione non si sono ancora accordati sulla nomina dei Ministri chiave, come quello degli Interni (vedi Fides 13/10/2008).
Mugabe vuole procedere per suo contro nominando suoi uomini alla guida di questi dicasteri; un provvedimento che è stato respinto dall'opposizione.
Tra i Paesi vicini, il Botswana ha preso la posizione più dura nei confronti di Mugabe. Il Ministro degli Esteri del Botswana, Phando Skelemani, ha chiesto agli altri Paesi africani di “far cadere il governo di Robert Mugabe”, se entro una settimana non verrà formato un governo di unità nazionale con la partecipazione dell'opposizione. Skelemani ha proposto che i Paesi della Comunità Economica dell'Africa Australe (SADC, della quale fanno parte sia il Botswana sia lo Zimbabwe) impongano un embargo sulla fornitura di carburante allo Zimbabwe. “Una settimana senza petrolio, e il regime è andato” ha affermato Skelemani. Queste dichiarazioni sono destinate a peggiorare le già tese relazioni tra i due Paesi. Mugabe accusa il Botswana di ospitare sul suo territorio dei gruppi armati dell'opposizione. (L.M.) (Agenzia Fides 27/11/2008 righe 31 parole 426)