AMERICA/STATI UNITI - Giornata mondiale contro la desertificazione: 250 milioni le persone colpite dal fenomeno, un miliardo a rischio; i problemi dovuti a monoculture allevamenti e cambiamenti climatici

martedì, 17 giugno 2008

New York (Agenzia Fides) - Si celebra oggi la Giornata mondiale contro la desertificazione indetta  dalle Nazioni Unite dedicata al tema: “Combattere il degrado dei suoli per un’agricoltura sostenibile”.  E’ dal 1994 che l’Onu ha dichiarato il 17 giugno “Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità” per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione nei paesi gravemente colpiti dalla siccità e dalla desertificazione, in particolare in Africa. Da allora, gli Stati parte della Convenzione – Unccd (United nations convention to combat desertification) - , le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, le organizzazioni internazionali e non governative e gli altri attori coinvolti celebrano questa particolare giornata con numerose attività in tutto il mondo. Il problema della desertificazione e della siccità tocca oggi circa 250 milioni di persone.
Nel messaggio del Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione della Giornata contro la desertificazione, si ricorda che il tema scelto per la ricorrenza odierna  - nel quale si stabilisce il nesso fra agricoltura sostenibile e lotta contro la desertificazione dei suoli – riafferma l’importanza della terra come patrimonio universale indispensabile al servizio dell’umanità. Quindi si sottolinea che alcuni grandi fenomeni di natura globale hanno messo in crisi i metodi tradizionali di gestione dei terreni coltivabili: in particolare la pressione demografica crescente e la conseguente domanda di prodotti agricoli; a questo fenomeno si è saldato quello dell’adozione di pratiche agricole come le monoculture che contribuiscono a mettere in crisi il sistema alimentare e l’ecosistema.
Ancora, si afferma nel messaggio del Segretario generale dell’Onu, è dovere della Comunità internazionale riconoscere che le terre aride e marginali, nelle quali vive attualmente la  metà della popolazione povera del Pianeta, non sono terre in cui è impossibile praticare l’agricoltura ma rappresentano anzi un potenziale straordinario per le risorse alimentari ed energetiche del futuro.
In effetti prende il via proprio da oggi il Piano decennale per la lotta alla desertificazione stabilito un anno fa a Madrid. Il Piano quadro decennale (2008-2010) lanciato dall’Unccd, ha come obiettivo quello di rafforzare la messa in opera degli obiettivi stabiliti dalla Convenzione e dunque quello di conseguire il doppio risultato di combattere la povertà e promuovere sistemi agricoli stabili e durevoli. Già dal 2002 ben 179 Paesi hanno aderito alla Convenzione dell’Onu per combattere la desertificazione; inoltre fra le grandi questioni che riguardano in modo specifico l’Africa, ma ormai pure diverse regioni dell’Asia centrale, c’è quello della siccità e quindi dei cambiamenti climatici atto.
Secondo le Nazioni Unite il processo di desertificazione attuale è il risultato della degradazione delle terre nelle zone aride, semi aride, subuminde secche. Esso è dunque imputabile principalmente alle attività umane e alle variazioni climatiche, in questo senso la desertificazione non deve intendersi come l’espansione dei deserti attuali. Dunque la desertificazione del terzo millennio è dovuta al fatto che gli ecosistemi delle terre aride, che coprono più di un terso delle terre del Globo, sono estremamente vulnerabili al supersfruttamento e all’uso inappropriato dei terreni.
La povertà, l’instabilità politica, la deforestazione l’eccessiva estensione dei terreni destinati all’allevamento e la diffusione di sistemi d’irrigazione sbagliati sono tutti fattori che contribuiscono al deterioramento della produttività delle terre. Più di 250 milioni di individui sono direttamente toccati dal processo di desertificazione, inoltre in più di cento Paesi vivono circa un miliardo di persone a rischio. Fra questi ultimi si conta una maggioranza di persone urbanizzate che si caratterizzano per la loro povertà, marginalizzazione e debolezza del loro peso politico. (Mtp) (Agenzia Fides 17/6/2008)


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