VATICANO - La Chiesa e i percorsi della comunità cristiana (6) - La Parrocchia e la nuova evangelizzazione

martedì, 3 giugno 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Come si apprende dalla Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia “Sacrosanctum Concilium”, occorre “favorire ciò che può contribuire all’unione di tutti i credenti in Cristo; rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa” e aggiunge che “prima che gli uomini possano accostarsi alla Liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede e si convertano”, e “per questo motivo la Chiesa annunzia il messaggio della salvezza a coloro che ancora non credono”.
Ma in che modo si può raggiungere l’uomo, specie l’uomo di oggi, distratto, stanco, disorientato? Nella  “Rivista Liturgica”, 67/2 (1980) salta agli occhi un ulteriore interrogativo: “Perché dai Sacramenti non nasce la Chiesa?” (parole di S. Marsili). Dietro questa domanda si evidenzia la grande difficoltà di riuscire ad elaborare una nuova mentalità pastorale e nuovi modelli operativi di fronte al cambio epocale: è il tema della nuova evangelizzazione e di una efficace prima evangelizzazione. “Di fronte a questa realtà complessa appare anzitutto urgente promuovere una pastorale di prima evangelizzazione che abbia al suo centro l’annuncio di Gesù Cristo morto e risorto, salvezza di Dio per ogni uomo, rivolto agli indifferenti e ai non credenti. Si tratta di un campo in buona parte nuovo per le  nostre comunità, la cui pastorale continua spesso a percorrere vie che non danno al primo annuncio lo spazio e l’importanza oggi indispensabile, se si vuole condurre o ricondurre molti uomini e donne all’incontro e all’adesione convinta e personale a Cristo, e alla conseguente vita di fede nella Chiesa” (C.E.I., "Evangelizzazione e testimonianza della carità", 31).
La parrocchia, in quanto Chiesa locale, ha in tal senso un ruolo decisivo nel territorio specifico in cui opera, perché incontra concretamente le persone, entra in contatto con loro, ne conosce la vita, le singole storie con difficoltà e gioie quotidiane e relazionandosi con loro apre i cuori alla conversione e, prima ancora, alla scoperta del dono battesimale della fede.  
L’ annuncio kerygmatico, la verità, la carità, il dialogo, la riconciliazione, sono i contenuti della  catechesi intesa anche come azione educativa, per aiutare a diventare cristiani. La catechesi è azione comunicativa e deve essere preparata, non affidata all’improvvisazione o al dilettantismo e occorre utilizzare uno specifico linguaggio catechistico, adatto alla prima evangelizzazione e alla nuova evangelizzazione caratterizzata e alimentata da  una catechesi “permanente” per gli adulti.
In occasione del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale, tenutosi a Bari nel maggio 2005, Sua Ecc. Mons. Giuseppe Betori, Segretario generale della CEI,  in video-conferenza da Roma,  offrì un suo intervento sul valore della Parrocchia quale “dimora chiamata ad accogliere, ospitare e ascoltare e che sa offrire una coraggiosa testimonianza e un annuncio credibile della verità che è Cristo” e sul senso più pregnante della missionarietà della parrocchia, “al servizio della fede delle persone, raggiunte nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo” e per garantire questo “aspetto umano” prima che religioso, “le parrocchie devono assicurare la dimensione popolare della Chiesa, rinnovandone il legame con il territorio”. Mons. Betori ribadì, inoltre,  il ruolo fondante dell’Eucaristia per il singolo credente e la comunità nel suo complesso.
Nella stessa circostanza, don Pio Zuppa, docente di Pastorale all’Istituto Teologico di Bari, riportò  nella sua relazione una definizione di parrocchia cara a Sua Ecc. Mons. Tonino Bello: la parrocchia per diventare ed essere una vera comunità deve dire “tre sì”: il primo riguarda l’apertura a tutti gli uomini, quale “fontana del villaggio”, come disse il Santo Padre Giovanni XXIII. Il suo secondo “sì” riguarda il suo essere storicamente fondata su una comunità concreta, in un luogo preciso. Il terzo “sì” riguarda invece gli operatori, chiamati ad offrire il proprio servizio perché la parrocchia sia “porta spalancata sulla piazza della città”. (6 – continua) (E.M.) (Agenzia Fides 3/6/2008; parole 615)


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