Roma (Agenzia Fides)- L'Africa può produrre tutto il cibo che le serve a nutrire la propria popolazione, se vi fossero le condizioni per farlo. È quanto emerge da una conferenza organizzata dall'Istituto delle Relazioni Internazionali del Camerun in occasione delle Giornate dell'Africa.
Le risorse naturali e agricole sono abbondanti nel continente, quello che manca sono corrette politiche di gestione di questo patrimonio. Mancano per esempio le strade per permettere ai contadini di trasportare i loro prodotti sui mercati cittadini e la catena del freddo per conservare le derrate alimentari.
Anche la struttura della proprietà agraria africana è arretrata, come ha sottolineato un consigliere del Primo Ministro del Camerun, che ha affermato: "è imperativo procedere al rilancio delle aziende agricole di medie dimensioni. In Camerun disponiamo di vasti appezzamenti agricoli e di una manodopera abbondante".
La collaborazione regionale tra Paesi africani è un altro rimedio auspicato dagli esperti per combattere il deficit alimentare del continente. Quando c'è un emergenza alimentare in un Paese, le organizzazioni umanitarie internazionali, in genere, inviano derrate alimentari dall'Europa o dagli Stati Uniti, mentre in un Paese vicino c'è disponibilità di cibo, che potrebbe essere acquistato e distribuito ad un prezzo inferiore. L'acquisto di prodotti africani da parte di organizzazioni come la FAO, inoltre, favorirebbe la crescita dei mercati e degli agricoltori locali.
Lo sviluppo dell'agricoltura africana, affermano gli esperti di diverse organizzazioni umanitarie, è danneggiato dal fatto che i Paesi africani rispettano i trattati sul libero commercio mondiale, ma i loro concorrenti no. I mercati africani sono aperti alla concorrenza straniera e i loro produttori non ricevono sussidi dallo Stato. Ma i concorrenti sono multinazionali dei Paesi più sviluppati che beneficiano di sussidi e altre forme di incentivi da parte degli Stati o di organismi come l'Unione Europea. Di conseguenza gli agricoltori africani non sono assolutamente in grado di competere con loro e sono costretti al fallimento. Diversi Paesi africani inoltre coltivano prodotti destinati all'esportazione (thè, caffè, cacao, ecc...), a scapito della produzione di cereali e di altre colture destinate alle proprie necessità alimentari e sono quindi costretti a ricorrere alle importazioni.
Il denaro impiegato per acquistare derrate alimentari all'estero potrebbe essere speso invece per potenziare le infrastrutture agricole (pozzi, acquedotti, strade, ecc..) dei Paesi con deficit alimentari.
Dal 3 al 5 giugno si terrà a Roma il vertice della FAO sulla sicurezza alimentare, al quale parteciperanno 35 Capi di Stato e di Governo e un centinaio i ministri, degli Esteri o dell'Agricoltura. (L.M.) (Agenzia Fides 28/5/2008 righe 32 parole 416)