VATICANO - Un altro regalo del Papa ai cattolici cinesi: la Preghiera a Nostra Signora di Sheshan

sabato, 17 maggio 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il 27 maggio dello scorso anno, nella solennità di Pentecoste, Benedetto XVI firmò la “Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa Cattolica nella Repubblica Popolare Cinese”. Ad un anno di distanza il Santo Padre ha composto personalmente il testo di una supplica che tutti i cattolici del mondo useranno nella Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina che sarà celebrata il 24 maggio, giorno dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria “Aiuto dei cristiani”, venerata con tanta devozione nel santuario di Sheshan a Shanghai.
Nella preghiera che il Santo Padre ci ha regalato si possono cogliere facilmente alcuni dei temi più importanti della Lettera pontifìcia inviata alla Chiesa che in Cina. L'invocazione si apre con un saluto alla Vergine Santissima, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra, venerata col titolo di “Aiuto dei cristiani” nel Santuario di Sheshan. A Nostra Signora di Sheshan il Papa chiede di guidare con sollecitudine materna il Popolo di Dio, sulle strade della verità e dell'amore, perché in ogni circostanza sia fermento di armoniosa convivenza tra tutti i cittadini. Come non ricordare i passi della lettera Pontifìcia nei quali il Santo Padre definisce la verità e l’amore come “le due colonne portanti della vita della comunità cristiana” ? (n.7 §3).
Nel secondo e terzo paragrafo della Lettera, con delle brevi ma efficaci pennellate che vanno dal "si" di Nazareth all'ora suprema della Croce, quando Maria rimase ritta accanto al Figlio che moriva perché l'uomo vivesse, la preghiera ci ricorda il cuore del Vangelo, il Mistero Pasquale: il mistero della Redenzione compiuta da Cristo fattosi uomo nel seno verginale di Maria. “Oggi come ieri, annunciare il Vangelo significa annunciare e testimoniare Gesù Cristo crocifìsso e risorto, l'Uomo nuovo, vincitore del peccato e della morte. Egli permette agli esseri umani di entrare in una nuova dimensione, dove la misericordia e l'amore rivolto anche al nemico testimoniano la vittoria della Croce su ogni debolezza e miseria umana” (n.3 §7).
A Maria, Madre della Speranza, il Papa chiede l'aiuto per la Chiesa di saper discernere in ogni situazione, fosse anche la più buia, i segni della presenza operosa di Dio. Scrivendo ai cattolici cinesi per aiutarli “a scoprire ciò che da voi vuole il Signore e Maestro, Gesù Cristo, ‘la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana’ ” (n.2 §2), il Santo Padre aveva parlato del disegno di Dio sulla storia dell’umanità e della necessità di scoprire quello che Dio vuole da noi, anche quando siamo davanti ad un apparente fallimento (cfr. n.19 §3).
Il forte richiamo all’Evangelizzazione - “Duc in altum” del n.3 §5 - lo troviamo espresso nelle semplici parole della preghiera: “tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare ad amare affinché mai temiamo di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù, il tutto plasticamente espresso nel gesto di Maria che dall'alto della cima del Santuario di Sheshan sorregge il Figlio, e lo presenta al mondo con le braccia spalancate in gesto d'amore” (cfr. Lettera n.3 §7).
La preghiera termina chiedendo a Maria, Madre della Cina, di aiutare tutti i fedeli di quella nobile Nazione e del mondo intero ad essere sempre testimoni credibili dell'Amore manifestato e dato sulla Croce, uniti alla Chiesa universale e a Pietro, roccia su cui è costruita la Chiesa secondo il progetto originario voluto da Cristo stesso.
"Anche nel vostro Paese, l'annuncio di Cristo crocifìsso e risorto sarà possibile nella misura in cui con fedeltà al Vangelo, nella comunione con il Successore dell'Apostolo Pietro e con la Chiesa universale, saprete realizzare i segni dell'amore e dell'unità (‘come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.
[...] Come tu, Padre, sei in me e io in tè, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato’: Gv 13, 34-35; 17, 21)". (n.3 §7)
Aiutati dalla preghiera che Papa Benedetto XVI ha scritto per tutti noi, prepariamoci a vivere questa giornata del 24 maggio in comunione con la Chiesa che è in Cina. "Desidero che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile. Vi ricordo inoltre il comandamento d'amore che Gesù ci ha dato, di amare i nostri nemici e di pregare per coloro che ci perseguitano, nonché l'invito dell'Apostolo san Paolo: ‘Vi raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla, con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità’ (1 Tm 2, 1-4). (n.19 §2)
“Nella medesima Giornata i cattolici nel mondo intero — in particolare quelli che sono di origine cinese — mostreranno la loro fraterna solidarietà e sollecitudine per voi, chiedendo al Signore della storia il dono della perseveranza nella testimonianza, certi che le vostre sofferenze passate e presenti per il santo Nome di Gesù e la vostra intrepida lealtà al Suo Vicario in terra saranno premiate, anche se talvolta tutto possa sembrare un triste fallimento" (n.19 § 2.3). (Agenzia Fides 17/5/2008; righe 60, parole 932)


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