VATICANO - E’ morto il Card. Bernardin Gantin, Decano emerito del Collegio Cardinalizio, primo africano chiamato dal Papa ad un posto di rilievo nella Curia Romana

mercoledì, 14 maggio 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - In un ospedale di Parigi, dove era ricoverato da qualche tempo, è morto ieri, 13 maggio, il Card. Bernardin Gantin, originario del Benin, Decano emerito del Collegio Cardinalizio. Fu il primo Vescovo africano chiamato da Paolo VI ad assumere incarichi di responsabilità nella Curia Romana: nella Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nei Pontifici Consigli Giustizia e Pace e Cor Unum, nella Congregazione per i Vescovi, nella Pontificia Commissione per l'America Latina, nel Collegio Cardinalizio di cui è stato Decano fino al 30 novembre 2002, quando il Santo Padre Giovanni Paolo II accolse la sua richiesta di tornare in Patria.
Nato a Toffo, Arcidiocesi di Cotonou (Benin), l’8 maggio 1922, Bernardin Gantin nel 1936 entrò in seminario a Ouidah. Fu ordinato sacerdote il 14 gennaio 1951 a Lomé, in Togo. Per tre anni insegnò lingue presso il seminario diocesano, dedicandosi nello stesso tempo intensamente all'attività pastorale. Nel 1953 venne a Roma per gli studi presso l'Università Urbaniana e l’Università Lateranense, ottenendo la Licenzia in Teologia e in Diritto Canonico. L’11 dicembre 1956 venne eletto alla Chiesa titolare di Tipasa di Mauritania e nominato Ausiliare dell’Arcivescovo di Cotonou. Consacrato Vescovo a Roma il 3 febbraio 1957, venne promosso dal Beato Giovanni XXIII Arcivescovo di Cotonou il 5 gennaio 1960. Si dedicò all’evangelizzazione ed all’animazione pastorale senza risparmio di energie, promuovendo tra l’altro l'istituzione di scuole, la formazione dei catechisti e delle suore autoctone, curando le vocazioni sacerdotali. Papa Paolo VI lo nominò Segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (5 marzo 1971), della quale divenne poi Segretario (26 febbraio 1973). Il 20 dicembre 1975 fu nominato Vice-Presidente della Pontificia Commissione Giustizia e Pace, di cui poi divenne Pro-Presidente (16 dicembre 1976) e Presidente (29 giugno 1977). Paolo VI lo creò Cardinale nel Concistoro del 27 giugno 1977. Nel dicembre 1975 fu nominato anche Vice-Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, di cui Papa Giovanni Paolo I lo nominò Presidente il 4 settembre 1978. L’8 aprile 1984 venne nominato da Papa Giovanni Paolo II Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina, incarichi mantenuti per più di quattordici anni, fino al 25 giugno 1998. Dal 5 giugno 1993 è stato Decano del Collegio Cardinalizio. Il 30 novembre 2002 il Santo Padre Giovanni Paolo II accolse la sua richiesta di tornare in Benin.
In una intervista rilasciata all’Agenzia Fides il 23 febbraio 2001, il Card. Gantin si soffermò sulla sua esperienza a Roma e sul tema della missione con queste parole: “Il senso della nostra missione e della nostra vocazione è Gesù Cristo. Io da solo non sarei nulla. Sono stato chiamato a Roma 30 anni fa. Quando il Papa parla è Cristo stesso che parla. I missionari, che sono in casa nostra da più di 100 anni, hanno detto il loro “sì” venendo da paesi diversi. Provenendo da Chiese diverse, hanno detto “sì” al Papa e a Cristo per portarci il Vangelo. La prima volta che il Papa si rivolgeva ad un africano perché diventasse missionario a Roma, poteva forse ricevere un rifiuto? Ho accettato per rendere un servizio e per obbedienza al Papa e a Cristo. Ho detto sì sull’esempio dei primi missionari che hanno accettato di venire da noi per evangelizzarci. Non sono cardinale per vantarmene, per l’orgoglio di un paese! Siamo entrati nell’universalità, nella cattolicità della Chiesa: è la cosa più importante di tutte.”
Nel commento all’Intenzione Missionaria del novembre 2004 sul tema della santità, pubblicato dall’Agenzia Fides il 28/10/2004, il Card. Gantin affermava tra l’altro: “Senza dubbio l’ambizione principale di un cristiano non è certo quella di essere un giorno beatificato o canonizzato, ma quella di essere un “fedele”, un autentico uomo di fede secondo Cristo, di rendere presente e testimoniare Cristo in tutti gli aspetti e ambienti della sua vita terrena. Questo è un obbligo inevitabile per il cristiano “incaricato della missione”, vale a dire per colui il quale ha espressamente ricevuto il mandato di annunciare il Vangelo. Non può dimenticare che la sua vita non può portare frutti se, come un ramo attaccato all’albero, non resta strettamente legata a Cristo.”
Il 3 febbraio 2007 il Card. Gantin aveva celebrato nella Basilica dell'Immacolata Concezione di Ouidah, i 50 anni di Ordinazione Episcopale. Erano presenti alla solenne Concelebrazione 3 Cardinali, una trentina di Arcivescovi e Vescovi di diversi Paesi dell'Africa occidentale, la Conferenza Episcopale del Bénin al completo, diversi Vescovi venuti dall’Italia e dalla Francia, numerosi preti del Benin e del Togo, oltre a missionari di diverse nazioni europee. Il Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel suo intervento alle celebrazioni giubilari, sottolineò, a nome del Dicastero Missionario, la gioia di unirsi alle manifestazioni di affetto filiale e di ammirazione “per un Uomo la cui figura e la cui storia si rivelano come una epifania ecclesiale e missionaria”. E aggiunse: “Abbiamo ricevuto molto dalla vostra africanità e dal vostro approccio al significato dell’uomo… la Vostra storia è quella di un ‘figlio dei missionari divenuto missionario’, missionario africano a Roma, dove avete affinato il vostro sensus ecclesiae. Il vostro soggiorno romano ha tracciato un solco missionario dell’Africa nel cuore della cattolicità”. (S.L.) (Agenzia Fides 14/5/2008 - righe 59, parole 864)


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