Roma (Agenzia Fides) - “Il nuovo Occidente” racconta la nuova evangelizzazione che riscopre come terre di missione gli Usa e l’Europa. Lo fa attraverso le lettere dei missionari della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo presenti negli Stati Uniti e in Germania e del loro fondatore, mons. Massimo Camisasca. Un fiorire di comunità e identità nuove, che si aprono faticosamente un varco tra popoli segnati da una grave crisi storica, religiosa e culturale, di popoli ricchi ma poveri di speranza, con il rischio di dimenticare le proprie origini. Una narrazione sincera che si dipana giorno per giorno, dal 1993 al 2007, raccontando difficoltà, delusioni e piccoli-grandi successi. “Volevamo raccontare in presa diretta il sorgere di nuove comunità, il crescere della vita delle persone e, insieme, della Chiesa in situazioni difficili - spiega mons. Camisasca - attraverso la testimonianza dei missionari nel rapporto con il loro superiore. L’Occidente rappresenta la nuova terra di evangelizzazione. Si tratta di due Paesi segnati da crisi contrapposte: in Germania il rischio è un eccesso di burocrazia e formalismo, negli Stati Uniti è quello del relativismo”. Il volume è la diretta prosecuzione di un altro, “Sentieri d'Asia illuminati” (San Paolo 2006) che raccoglieva le lettere dei missionari in Siberia e a Taipei, capitale dell’isola di Taiwan, dove dal 2001 è presente una casa della Fraternità San Carlo. «L’Asia è l’immenso continente che non conosce Cristo - spiega don Camisasca -. Se l’Europa ha costruito la propria storia e il proprio volto a partire dall’evangelizzazione del primo millennio, l’America nel secondo e l’Africa nell’ultima parte sempre del secondo, l’Asia è la terra di evangelizzazione del terzo millennio, come aveva indicato Giovanni Paolo II». Dopo l’Asia, terra lontana, la missione nelle terre più vicine a noi, geograficamente e culturalmente. L’Occidente, ossia l’Europa e gli Usa. «Due Paesi in cui il cristianesimo ha avuto un peso storico importante - continua don Camisasca -. Ma ha un’importanza anche nel presente? Riusciranno questi popoli, ambedue segnati dalla convivenza di cattolici e protestanti, a ritrovare la strada di una sintesi fra progresso scientifico-tecnologico-culturale e avanzamento dell’uomo verso una pienezza di sé? Riusciranno a scoprire il senso della propria storia, il dialogo con chi li ha preceduti, il coraggio di educare, di trasmettere ai loro figli una speranza vitale che li renda a loro volta creativi? Le voci dei missionari ci portano i problemi, le contraddizioni, e anche le ragioni per restare in quei Paesi». (S.L.) (Agenzia Fides 17/3/2008; righe 27, parole 427)