I prossimi Dossier dell’Agenzia Fides: domani Dossier sulla Congregazione per l’Educazione cattolica; sabato 1 marzo Dossier sui martiri della guerra civile in Spagna e sulle ripercussioni nel mondo missionario

martedì, 26 febbraio 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Benedetto XVI ha più volte parlato, anche recentemente, di “un’emergenza educativa” che investe il nostro tempo. Tra i vari Dicasteri della Santa Sede, molto impegnata in questo difficile compito educativo, è senz’altro la Congregazione per l’Educazione Cattolica. Dal suo lavoro, infatti, dipende lo sforzo educativo della facoltà ecclesiastiche, degli istituti religiosi, delle scuole cattoliche sparse nel mondo. È anche dal suo lavoro che le istanze educative proposte dal Santo Padre possono arrivare in tutto il mondo, là dove uomini e donne di buona volontà sono chiamati a svolgere nel concreto il difficile compito educativo. Come ha detto a Fides il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto di questa Congregazione, spetta in particolare ai missionari cattolici il compito di educare la gente che è loro affidata. Per fare ciò “il missionario deve conoscere la cultura del Paese dove va, nonché le usanze e le tradizioni del Paese in cui è mandato”. E ancora: “È necessario anche il sostegno materiale. Ma il mezzo più importante di cui deve dotarsi è la fede e l’amore verso Cristo e verso la gente alla quale è mandato”. Al lavoro della Congregazione per l’Educazione Cattolica è dedicato il dossier dell’Agenzia Fides che sarà pubblicato domani, 27 febbraio.
Sarà invece dedicato ai martiri della guerra civile in Spagna e alle ripercussioni sul mondo missionario il Dossier che l’Agenzia Fides pubblicherà sabato prossimo, 1 marzo, di cui anticipiamo uno stralcio: “E nelle missioni cosa succedeva? L'Ordine di Sant’Agostíno riferisce che, a causa delle difficoltà create dal governo comunista, che comprometteva la continuità degli studi dei candidati al sacerdozio obbligandoli al servizio militare prima dell'ordinazione, il Provinciale e il suo Consiglio decisero mandare in Brasile 8 studenti di teologia in età di servizio militare, accompagnati da tre padri e un fratello. Arrivarono nel 1933, e laggiù conclusero i loro studi. Al termine della guerra civile spagnola, la Provincia di Madrid soffrì ingenti riduzioni nei suoi quadri, essendo di tutte le province spagnole quella che ebbe più perdite per il fatto che le sue case erano localizzate a Madrid, e perché era stata la regione più colpita dalla guerra. Solo nell'Ordine di Sant’Agostino furono assassinati 108 religiosi. Per questo, un gruppo di religiosi che lavoravano in Brasile e in Argentina dovettero ritornare in Spagna per potere continuare le opere della Provincia. Diventò necessario chiudere la parrocchia di Buenos Aires che dipendeva da quella Vicaria e, posteriormente, lasciare Santa Isabel e São Sebastião de Bento Ribeiro, Bom Sucesso e Calafate, nel biennio 1941-1942. Come questo esempio potremmo citarne centinaia, in altrettanti luoghi in cui i missionari spagnoli lavoravano talvolta da secoli e traevano la propria linfa dai noviziati delle case religiose spagnole. Quando finì la guerra e, pertanto, anche la persecuzione religiosa, molti dei missionari dei differenti Ordini e Congregazioni - soprattutto maschili - dovettero ritornare in Spagna… Subito tornò a essere ripetuta quella che sin dai primi secoli della storia della Chiesa era un’espressione comune davanti a simili avvenimenti: "Il sangue dei martiri è il seme dei cristiani". (S.L.) (Agenzia Fides 26/2/2008; righe 35, parole 512)


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