VATICANO - Benedetto XVI alla parrocchia romana di S. Maria Liberatrice: “Gesù vuole portarci, come la Samaritana, a professare la nostra fede in Lui con forza perché possiamo poi annunciare e testimoniare ai nostri fratelli la gioia dell’incontro con Lui”

lunedì, 25 febbraio 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Domenica 24 febbraio, alle ore 9, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato in visita pastorale nella parrocchia romana del quartiere Testaccio, dedicata a Santa Maria Liberatrice, nell’anno centenario della consacrazione della chiesa. Durante la Santa Messa, il Papa ha ricordato che “fu San Pio X ad affidare ai Figli spirituali di Don Bosco la parrocchia, ed essi, sotto la guida infaticabile del primo discepolo di San Giovanni Bosco, il beato Don Michele Rua, costruirono la chiesa”, anche se già da qualche tempo esercitavano il ministero pastorale in questa zona di Roma.
“Nei testi biblici dell’odierna terza Domenica di Quaresima, ci sono utili spunti di meditazione quanto mai indicati per questa significativa circostanza - ha detto il Pontefice nell’omelia alludendo alla ricorrenza giubilare -. Attraverso il simbolo dell’acqua, che ritroviamo nella prima lettura e nel brano evangelico della Samaritana, la parola di Dio ci trasmette un messaggio sempre vivo e sempre attuale: Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità. Il rischio di ogni credente è quello di praticare una religiosità non autentica, di cercare la risposta alle attese più intime del cuore non in Dio, di utilizzare anzi Iddio come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti”.
Citando la prima lettura, dove il popolo ebreo che soffriva nel deserto si lamenta e arriva a ribellarsi contro Mosè e quasi a ribellarsi contro Dio, il Santo Padre ha sottolineato: “Il popolo esige da Dio che venga incontro alle proprie attese ed esigenze, piuttosto che abbandonarsi fiducioso nelle sue mani, e nella prova perde la fiducia in Lui. Quante volte questo avviene anche nella nostra vita; in quante circostanze, piuttosto che conformarci docilmente alla volontà divina, vorremmo che Iddio realizzasse i nostri disegni ed esaudisse ogni nostra attesa; in quante occasioni la nostra fede si manifesta fragile, la nostra fiducia debole, la nostra religiosità contaminata da elementi magici e meramente terreni”. Quindi, richiamando la pagina evangelica che narra l’incontro di Gesù con la Samaritana a Sicar, presso il pozzo di Giacobbe, il Papa ha messo in evidenza che “se c’è una sete fisica dell’acqua indispensabile per vivere su questa terra, vi è nell’uomo anche una sete spirituale che solo Dio può colmare… Una sete d’infinito che può essere saziata solamente dall’acqua che Gesù offre, l’acqua viva dello Spirito”.
Quindi il Santo Padre ha proseguito: “nel dialogo tra Gesù e la Samaritana vediamo delineato l’itinerario spirituale che ognuno di noi, che ogni comunità cristiana è chiamata a riscoprire e a percorrere costantemente. Proclamata in questo tempo quaresimale, questa pagina evangelica assume un valore particolarmente importante per i catecumeni già prossimi al Battesimo… Ma anche noi, già battezzati, troviamo in quest’episodio evangelico uno stimolo a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cristiana. Gesù vuole portarci, come la Samaritana, a professare la nostra fede in Lui con forza perché possiamo poi annunciare e testimoniare ai nostri fratelli la gioia dell’incontro con Lui e le meraviglie che il suo amore compie nella nostra esistenza. La fede nasce dall’incontro con Gesù, riconosciuto e accolto come il Rivelatore definitivo e il Salvatore”.
A conclusione dell’omelia, il Papa ha esortato i fedeli di Santa Maria Liberatrice ad aprire sempre più il cuore “ad una azione pastorale missionaria, che spinga ogni cristiano ad incontrare le persone - in particolare i giovani e le famiglie - là dove vivono, lavorano, trascorrono il tempo libero, per annunciare loro l'amore misericordioso di Dio”. (S.L.) (Agenzia Fides 25/2/2008; righe 40, parole 583)


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