Bujumbura (Agenzia Fides)- “Si tratta forse del tentativo più serio di riportare la pace nel paese” dice all’Agenzia Fides una fonte ecclesiale locale di Bujumbura, della quale non pubblichiamo il nome per ragioni di sicurezza, descrivendo gli accordi tra governo del Burundi e il principale gruppo ribelle del paese, le Forze per la Difesa della Democrazia, (FDD), firmati a Pretoria l’8 ottobre 2003 (vedi Fides). “Sembra proprio che governo, esercito e guerriglia vogliano rispettare i patti sottoscritti” dice la fonte dell’Agenzia Fides. “Si notano già dei risultati sul terreno, con una certa riduzione degli scontri armati. Purtroppo, il secondo principale gruppo di guerriglia burundese, le Forze Nazionali di Liberazione, non hanno aderito agli accordi e continuano a combattere”.
“Questo gruppo è anche molto difficile da contattare, perché i suoi dirigenti vivono in clandestinità nella foresta e incontrano molto di rado persone esterne alla loro organizzazione. Addirittura, si conosce il nome del loro capo, ma non il suo aspetto fisico. Così, eventuali mediatori che lo dovessero incontrare non sarebbero del tutto certi che si tratti proprio di lui” afferma la nostra fonte, che aggiunge: “I leader del FLN interpretano il conflitto solo in termini di netta contrapposizione tra hutu e tutsi, e vogliono discutere solo con i capi dell’esercito, che è dominato dai Tutsi. Ma la realtà è più complessa, soprattutto dopo la formazione di un governo di unità nazionale, del quale fanno parte i principale partiti politici e dove le etnie del paese sono equamente rappresentate. Se è vero che esiste ancora un nucleo forte a componente tutsi che domina l’esercito, i capi militari hanno accettato di riequilibrare la componente etnica delle forze armate. Secondo gli accordi di Pretoria infatti, l’FDD ottiene il 40% dei posti degli ufficiali dell’esercito e il 35% di quelli della gendarmeria.”
“Nonostante queste difficoltà proprio i leader del FLN hanno chiesto alla Chiesa cattolica di operare per mediare tra il loro gruppo e il governo. L’FNLha chiesto esplicitamente l’intervento di mons. Evariste Ngoyagoye, Arcivescovo di Bujumbura, e di Mons. Simon Ntamwana, Arcivescovo di Gitega. I due presuli hanno invitato i fedeli ad esprimere la loro opinione, e di fronte alla risposta positiva, hanno accettato di mediare tra la parti. Rimane però il problema logistico di come far incontrare rappresentati del governo e della guerriglia in un luogo ritenuto sicuro da entrambe le parti” dice la fonte dell’Agenzia Fides.
Per sorvegliare il rispetto degli accordi, è in corso di dispiegamento nel paese di una forza di pace africana composto da 3mila militari provenienti da Sudafrica, Etiopia e Mozambico. “Se gli scontri tra esercito e FDD sono cessati, o comunque, fortemente diminuiti, rimane un clima di forte insicurezza a causa del banditismo, che sta diventando una vera e propria piaga. A causa della guerra, vi sono troppe armi e combattenti nel paese. Ribelli che non hanno aderito alla richiesta di deporre le armi, militari che arrotondano il magro stipendio, sono questi che taglieggiano la popolazione civile, impedendo ancora il ritorno della pace” conclude la fonte dell’Agenzia Fides.
(L.M.) (Agenzia Fides 21/10/2003, righe 40 parole 521)