Roma (Agenzia Fides)- L'Algeria, indipendente dal 3 luglio 1962, dopo aspra lotta armata con la Francia (iniziata nel 1954), ha una superficie di 2.381.741 kmq e una popolazione di oltre 30.000.000 di abitanti, quasi tutti musulmani. La lingua più diffusa è l'arabo.
La conquista francese dell’Algeria venne avviata nel 1830. Dopo la rapida conquista di Algeri, l’esercito coloniale francese, del quale faceva parte la Legione Straniera appositamente creata per conquistare e “pacificare” l’Algeria, dovette poi fronteggiare 30 anni di guerriglia per giungere a controllare tutto il Paese; il leader algerino Abd el-Kader, in particolare, oppose una strenua resistenza contro gli invasori europei. Nel 1857 cadde l'ultima regione indipendente, la Kabilia; altri piccoli focolai di resistenza vennero spenti nel decennio successivo, e nel 1871 l'Algeria francese era “pacificata”a prezzo di durissime sofferenze della popolazione civile.
I francesi ebbero sull'Algeria un'influenza politica, culturale e demografica che ha pochissimi paralleli nella storia del colonialismo in Africa (tanto che nel 1947 l'Algeria sarebbe stata parificata al territorio metropolitano francese).
Nel 1945, i primi moti di protesta della popolazione autoctona furono repressi duramente dai francesi in Kabilia. I protagonisti dello scontro di Setif furono i soldati delle truppe algerine che avevano combattuto a fianco dei francesi nella Seconda Guerra Mondiale,
La guerra civile esplose il primo di novembre dello stesso 1954, allargandosi a macchia d'olio dalla Labilia a tutto il paese. L'esercito indipendentista prendeva il nome di Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) e basava la propria azione (così come d'altra parte fecero anche i francesi in diverse occasioni) su azioni di guerriglia e di terrorismo.
Nel 1958, con il crollo della IV repubblica francese e l'ascesa al potere di Charles de Gaulle, la questione algerina giunse a una svolta. De Gaulle riconobbe pubblicamente il diritto all'autodeterminazione degli algerini, provocando tra l'altro gravissimi disordini e proteste da parte dei cittadini francesi in Algeria (le cosiddette "giornate delle barricate", del gennaio 1960). Ulteriori disordini fecero seguito agli incontri franco-algerini di Evian del 1961. Un movimento clandestino di chiamato Organizzazione dell'Armata Segreta (OAS) si oppose al Governo Provvisorio della Repubblica Algerina (GPRA) di Ferhat Abbas, mettendo in atto diverse azioni terroristiche. Il conflitto fra queste due formazioni si concluse il 19 marzo 1962 con un trattato firmato ancora a Evian. Dopo anni si è venuto alla luce l’esistenza di clausole segrete tra il nuovo governo algerino e la Francia, che permettevano a quest’ultima di mantenere in Algeria alcune strutture militari per la sperimentazione di armi nucleari e chimiche.
In seguito a un referendum per l’autodeterminazione, tenutosi l'1 luglio 1962 con esito positivo, il 3 luglio la Francia dichiarò l’Algeria indipendente. Primo Presidente dell’Algeria divenne il leader dell’ala politica del FLN, Ben Bella. Ma le tensioni esistenti fin dalla lotta per l’indipendenza tra l’ala politica e quella militare del FLN esplosero nel 1965 quando un colpo di Stato portò al potere il Ministro della Difesa, il colonnello Houari Boumedienne, che rappresentava i militari che, durante la lotta per l’indipendenza, erano stanziati nei Paesi confinanti, Marocco e Tunisia (la cosiddetta “Armée de l’etrangère”). Boumedienne proseguì la politica socialista di Ben Bella, statalizzando l'industria petrolifera nel 1971, per poi sviluppare ulteriormente la riforma agraria e istituire un servizio di assistenza nazionale.
Alla morte di Boumedienne nel 1978 salì al potere Benjedidi Chadli, che instaurò un regime presidenziale con mandato quinquennale del presidente. Chadli (riconfermato nel 1984 e poi ancora nel 1988) mise in atto una politica più moderata dei suoi predecessori, cercando anche la riconciliazione fra i diversi gruppi politici algerini.. Nel 1989, la nuova Costituzione introdusse numerose riforme in senso democratico; per la prima volta nella storia dell'Algeria indipendente, divenne possibile formare partiti politici (precedentemente, l'FLN era l'unico partito legale).
Nel 1990, le elezioni amministrative furono vinte dal Fronte Islamico di Salvezza (FIS) di Abassi Madani, che si aggiudicò anche il primo turno delle successive elezioni politiche (dicembre 1991). Con un brusco arresto al processo di democratizzazione messo in atto da Chadli, il voto sfavorevole all'FLN venne annullato. Il controllo del paese passò nelle mani di una governo militare guidato da Muhammad Boudiaf, assassinato poi nel 1992.
Fra il 1994 e il 1996 il paese è stato scosso da numerosi attentati terroristici che gettò la popolazione nel terrore. Tra le vittime vi furono anche diversi stranieri. La Chiesa cattolica ha pagato un prezzo di sangue molto alto. Nel maggio 1994 P Henri Vergès, di 64 anni, e suor Paule-Hélène Saint-Raymond, di 67 anni, vengono uccisi mentre escono dalla biblioteca cattolica dove svolgevano il loro servizio in favore dei giovani. La biblioteca, messa a disposizione dall’arcivescovo di Algeri, si trova nella Casbah; essa fornisce sostegno scolastico agli studenti, organizza corsi di informatica, provvedendo anche a distribuire beni di necessità per i più poveri.
Nella città Kabyli di Tizi Ouzo quattro missionari dei Padri Bianchi (tre francesi e un belga) vengono brutalmente uccisi il 27 dicembre 1994. Domenica 3 settembre 1995 due religiose vengono assassinate ad Algeri: suor Bibiane Leclerc e suor Angèle-Marie Littlejohn, rispettivamente di 65 e 62 anni. Entrambe vivevano ad Algeri dal 1964.
Mons. Pierre Claverie, vescovo di Orano, è ucciso con una bomba il 1° agosto 1996, insieme al suo autista Muhammed Pouchikhi. Pierre Claverie aveva dedicato la sua vita a favorire il dialogo fra islam e cristianesimo. Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, sette monaci trappisti di origine francese vengono rapiti presso il monastero del villaggio di Tibhrine (60 miglia a sud della capitale) dal G.I.A. Dopo il rifiuto del governo francese a prendere in esame le proposte avanzate da alcune rivendicazioni dei terroristi e un annuncio della loro esecuzione dato dal GIA (Gruppo Islamico Armato). Il 21 maggio, i corpi dei sette frati sono trovati decapitati. Altri sette religiosi sono uccisi con armi da fuoco nelle vie della casbah in Bab el-Qued.
L'Algeria è attualmente retta da un Presidente Sig. Abdelazziz Bouteflika, che sta praticando una politica di apertura. Dal 1998 la situazione di sicurezza è migliorata nettamente. Ha istituito tre commissioni di riforma, per la giustizia, la scuola e lo stato.
In questi ultimi anni, precisamente dopo la sua degenza in Francia, il Presidente non appare più spesso. Ha a cuore il progetto di riconciliazione nazionale. E' riuscito a fare approvare "La Charte Paix et Réconciliation" con il referendum del 29 settembre 2006, che ha portato alla liberazione di circa 2000 detenuti, tra cui un ex membra del Front Islamique de Salut.
La situazione economica
In questi ultimi anni, si nota un aumento di Africani del Sud-Sahara, come studenti o lavoratori, che sperano però col tempo di poter emigrare in Europa.
«Dal punto di vista economico, si può rilevare che l'aumento del barile di petrolio, in seguito alla guerra in Iraq, ha fatto crescere l'economia nazionale. Il Paese ne ha approfittato per rimborsare anche in anticipo il debito esterno, riducendolo a 7, 7 miliardi di euro. Si persegue la politica dei grandi lavori: costruzione dell'autostrada Est-Ovest, modernizzazione delle ferroviarie, costruzione di abitazioni, sistemazione delle città etc. Il tasso di disoccupazione dei giovani è calato.
Per millenni l'economia dell'Algeria è stata essenzialmente agricola; ancor oggi l'agricoltura occupa più del 20% della forza lavoro che coltiva cereali. fichi, agrumi, ortaggi e legumi di cui si fa larga esportazione. Prodotto pregevole delle oasi sahariane e presahariane è il dattero. Il patrimonio zootecnico è cospicuo. Lo sviluppo di certi settori non basta però a far fronte alla crescente domanda alimentare tanto che le importazioni alimentari sono passate dal 27% a oltre il 60%.
Le foreste producono forti quantità di sughero. Grande impulso è venuto, durante gli anni Sessanta e Settanta, dalla scoperta di giacimenti petroliferi che hanno permesso al Governo di sviluppare un programma di industrializzazione che ha trasformato l'economia e ha fatto diventare il Paese una delle nazioni più ricche del continente africano. La produzione annua di petrolio, destinata in massima parte all'esportazione, si aggira sui 35 milioni di tonnellate, quella di gas naturale è di circa 50 miliardi di metri cubi e pone l'Algeria ai primi posti nella produzione mondiale e nell'esportazione del prodotto.
Ricchissimi anche i giacimenti di ferro, fosfati, zinco, piombo, rame, mercurio, uranio, tungsteno, platino. Sviluppata l'industria siderurgica, metalmeccanica, le officine di montaggio di autoveicoli e la produzione di cemento e di materiali da costruzione.
Parzialmente ammodernate rivivono anche antiche industrie locali come quella dei tappeti. Il commercio dell'Algeria è principalmente marittimo e si effettua soprattutto attraverso i porti di Algeri (cereali, vino), Orano (ferro), Bona (ferro e fosfati). La pesca, soprattutto di sardine, tonni e crostacei, è importante per l'economia del Paese. Il controllo delle attività terziarie e, in particolare, quello del commercio (sia con l'estero che all'ingrosso) è stato assunto dallo Stato. A Il contrabbando è diventato un vero centro di potere e attira sempre di più i giovani che abbandonano gli studi ritenuti inutili.
La storia della presenza cattolica
II Cristianesimo si irradia da Catagine nella Numidia e Mauritania fìn dal primo secolo. Nel 260 viene stabilita la Gerarchia ecclesiastica dell'attuale Algeria. Nel 1152 scompaiono le ultime comunità cristiane a causa dominazione musulmana incominciata nel 709. Dal 1505 si notarono i tentativi di ristabilire basi missionarie sulle coste mediterranee. Nel 1838 venne eretta la Diocesi di Algeri.
In Algeria vi sono quattro Circoscrizioni Ecclesiastiche: ALGERI, CONSTANTINE e HIPPONE, ORAN, e LAGHOUAT. I Vescovi sono: Algeri, S.E. Mons. Henri Teissier, nato il 19 marzo 1939, Vescovo dal 18 dicembre 2004.Constantine e Hippone, S.E. Mons. Gabriel Piroird nato il 28 giugno 1948, Vescovo dal 28 agosto 1987. Orano, S.E. Mons. Alphonse Georger nato il 15 giugno 1954, Vescovo dal 13 dicembre 1997. Laghouat, S.E. Mons. Claude Rault, nato il 28 novembre 1940, Vescovo dal 26 ottobre 2004.
DIOCESI DI LAGHOUAT (eretta nel 1955) Superficie: 2.107.780 kmq. Abitanti: 3.950.000 Cattolici: 1.000
Ordinario dal 2004, S.E. Mons. Claude Rault, M.Afr. francese, nato in Poilley nella Diocesi di Coutances, il 28 novembre 1940, Vescovo dal 2004.
Dal 2001, l'episcopio è stato trasferito a Ghardaîa, è stato un ritorno alle origini, perché è qui che venne eretta la Prefettura Apostolica (19 luglio 1901), distaccata allora dall'immenso Vicariato del Sahara e del Sudan a circa 200 km da Laghouat, in quanto la cattedrale e l'episcopio che erano stati restituiti nel 1980 dal governo, nella medesima Laghouat, erano ormai diventati troppo grandi e costosi da mantenere.
La diocesi è molto estesa, la popolazione è povera ed è molto alto il tasso di disoccupazione, circa il 30%. La diocesi è divisa pastoralmente in 5 settori geografici, differenti gli uni degli altri. Nella diocesi sonno presenti i copti ortodossi, i protestanti e gli evangelisti.
Il progetto pastorale si articola in tre punti: l'accoglienza delle nuove possibilità pastorali e disponibilità del personale apostolico, una attenzione particolare alla situazione di povertà e la cultura per far incontrare il mondo cristiano e quello musulmano, l'oriente e l'occidente, l'Africa del Nord e quella subsahariana.
In questa situazione II fondamentalismo islamico crea problemi anche tra gli stessi musulmani.
Una sfida per il mondo cattolico è il rinnovamento del personale apostolico e l'eredità per le nuove generazioni di missionari, in un contesto in cui i giovani, sempre più numerosi, vanno ad aumentare la fila dei disoccupati, vi sono arrivi continui di immigrati subsahariani e rimangono precarie le condizioni di vita dei rifugiati saraouis presenti nella Diocesi. (L.M.) (Agenzia Fides 27/6/2007 righe 64 parole 185)