Roma (Agenzia Fides)- La diffusione dei cellulari in Africa ha avuto un successo che ha superato le previsioni della maggior parte degli esperti di telecomunicazioni. Già alla fine degli anni ’90 del secolo scorso, i Paesi più sviluppati del continente, Egitto e Sudafrica, hanno avuto un tasso di crescita dei possessori di un telefono cellulare impressionante. Per quanto riguarda l’Egitto si è passati dal 39% del 1997/1998 al 430% del 1998/1999. Se nel 1997 gli egiziani in possesso di un cellulare erano poco più di 65mila (65.400) nel 1999 erano diventati 481.000
In Sudafrica si è passati dal 56% del 1997/1998 al 103% del 1998/1999. Nel 1997 i cellulari sudafricani erano 1 milione 600mila, diventanti 5 milioni 260mila nel 1999.
Ancora più impressionante lo sviluppo della telefonia mobile nei Paesi dell’Africa sub-sahariana. Il Senegal ha registrato un tasso di crescita del 219% nel 1997/1998 e del 167% nel 1998/1999. Per la Costa d’Avorio questi dati sono rispettivamente del 153% e del 182% per lo Zimbabwe del 387% e del 316%. Ma il dato più significativo è quello del Botswana che nel 1997 non aveva ancora una rete di cellulari e nel giro di un anno, dal 1998 (quando è iniziato il servizio di telefonia mobile) al 1999, gli utenti sono cresciuti del 422%. I dati relativi all’intera Africa vedono una crescita del 66% nel 1997/1998/ e del 116% nel 1998/1999.
Queste cifre hanno diverse motivazioni. In primo luogo lo stato fatiscente della rete fissa di diversi Paesi africani ha spinto gli utenti a puntare sulla nuova tecnologia. Le grandi società di comunicazioni non erano interessate ad investire nei telefoni fissi africani per la necessità di grandi investimenti ai quali non corrispondo ritorni importanti e sicuri. Nel mercato continentale della telecomunicazione mobile sono invece apparsi operatori giovani e dinamici che hanno scommesso sul successo commerciale delle nuove tecnologie. Nel 2000 erano operative in questo settore almeno 80 società.
Un successo dovuto indubbiamente all’iniziativa privata che ha, in diversi casi, sopperito alle mancanze dello Stato. L’esempio della Repubblica Democratica del Congo è lampante. La prima rete di telefonia mobile, in quello che era chiamato Zaire, venne installata nella capitale Kinshasa addirittura nel 1986 da parte di un operatore privato. La rete si è poi estesa nel 1992 a Lubumbashi, a Goma nel 1993, a Bukavu nel 1996. Questo nonostante che nel frattempo le strutture dello Stato erano ridotte al collasso. Nel corso degli anni ’90 la guerra civile congolese ha impedito l’ulteriore sviluppo delle comunicazioni mobili nel Paese. La società congolese però non si è persa d’animo e ha esteso la propria rete a altri Paesi africani: Burundi (1993), Madagascar nel 1994, Repubblica Centrafricana nel 1995, Zambia e Costa d’Avorio (dove controlla l’85% del mercato) nel 1996.
Questi primi sviluppi hanno attratto alcune delle multinazionali delle telecomunicazione che, a partire del 1994, hanno introdotto in Africa lo standard europeo GSM che è diventato il più diffuso del continente.
La cronologia dell’introduzione del telefonino in Africa: Tunisia (1985); Sudafrica, Zaire (attuale RDC), Gabon (1986); Egitto (1987); Maurizio, Algeria , Marocco (1989); Nigeria, Senegal, Ghana (1992); Burundi, Kenya (1993); Angola, Camerun, Gambia, Ghana, Madagascar, Tanzania (1994, nello stesso anno viene introdotto il sistema GSM in Marocco, Sudafrica e Zaire); Benin, Repubblica Centrafricana, Lesotho, Namibia, Tanzania, Uganda, Zambia (1995); Costa d’Avorio, Malawi, Mali, Congo Brazzaville, Burkina Faso (1996 nello stesso anno in Senegal è introdotto il GSM); Mozambico, Zimbabwe, Guinea (1997); Botswana, Capo Verde, Etiopia, Rwanda, Sudan, Swaziland (1998); Liberia, Etiopia (1999 nello stesso anno viene introdotto il GSM in Algeria, Camerun e Nigeria). (continua) (L.M.) (Agenzia Fides 18/10/2006; righe 48 parole 598)