Roma (Agenzia Fides)- Paese dell’Africa australe, privo di sbocchi al mare, lo Zambia confina con la Repubblica Democratica del Congo, la Tanzania, il Malawi, il Mozambico, lo Zimbabwe, la Namibia e l’Angola. Ha uno superficie di 752.614 km2 con una popolazione di 11milioni 244mila abitanti, ai quali si aggiungono diverse centinaia di migliaia di rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo e dall’Angola.
Storia. Posto sotto amministrazione della South Africa Company nel 1891, lo Zambia divenne protettorato britannico nel 1924 con il nome di Rhodesia del Nord. Dal 1953 al 1963 lo Zambia venne incluso nella federazione Rhodesia- Nyassaland con gli attuali Zimbabwe e Malawi, Paesi che pur avendo decine di gruppi etnici con lingue proprie, ne hanno una in comune (oltre all’inglese dei colonizzatori), il chinyanja o chichewa che è compreso ovunque.
La federazione era però dominata dai coloni europei che vivevano nella Rhodesia del Sud (l’attuale Zimbabwe), un fattore che creò squilibri al suo interno, al punto che la Gran Bretagna pose fine all’esperimento federale e concesse l’indipendenza separata ai 3 Stati. Nello Zambia il movimento per l’indipendenza era guidato da Kenneth Kuanda, leader dell’UNIP (Partito Unito per l’Indipendenza Nazionale.
Il 24 ottobre 1964 il Paese ottenne l’indipendenza assumendo l’attuale denominazione. Kuanda divenne il primo Capo dello Stato dello Zambia e, dopo aver imposto il regime del partito unico, rimase al potere per 27 anni. Nel 1990, un emendamento costituzionale stabilì il multipartitismo e nel 1991 venne eletto Fredrick Chiluwa, capo del Movimento per la Democrazia Multipartitica (MMD), che ha retto la carica per dieci anni. Nel 2001 dopo aver tentato di cambiare la Costituzione per ottenere un terzo mandato, Chiluwa è stato accusato di corruzione e posto agli arresti domiciliari. Il suo posto, sia come Capo dello Stato, sia come leader del MMD, è stato preso da Levy Mwanawasa, che si ripresenta per un secondo mandato di cinque anni.
Economia. L’economia del Paese nei decenni passati è stata fortemente dipendente dai proventi dell'estrazione del rame, del quale lo Zambia è uno dei massimi produttori mondiali. Il paese è stato spinto a sfruttare questa ricchezza naturale e i contadini hanno abbandonato l’agricoltura per andare a lavorare nelle miniere, trasferendosi nelle città del Copperbelt, la regione del rame. Il crollo del prezzo del minerale (dovuto a vari fattori, quali la tendenza al ribasso dei prezzi delle materie prime, l'eccesso di produzione e il sempre maggiore sfruttamento delle materie plastiche) ha portato gravissime conseguenze sull'economia zambiana.
La mancanza di industrie alternative al rame si è accompagnata ad una agricoltura per anni abbandonata e oggi insufficiente a soddisfare il fabbisogno alimentare. Attualmente le risorse agricole alimentari consumate in Zambia sono prodotte in larga parte in Sud Africa e Zimbabwe. Gli sforzi del governo e degli operatori della cooperazione internazionale sono concentrati per sviluppare questo settore, ma non sono ancora sufficienti. A questa situazione corrisponde una elevata urbanizzazione della popolazione, ammassata nella capitale e nelle città del Copperbelt, che aumenta la concentrazione e la diffusione dei problemi sociali generati da una insufficiente erogazione di servizi: la insalubrità dell'acqua trasmette malattie infettive molto più velocemente nel contesto urbano che in quelli rurali, l'insufficienza del sistema scolastico favorisce nelle città il fenomeno dei bambini di strada.
La Chiesa cattolica. I cattolici sono 3milioni 532mila, distribuiti su 10 diocesi con 265 parrocchie. Vi sono 12 Vescovi, 392 sacerdoti diocesani, 337 religiosi sacerdoti, 173 religiosi professi, 1.640 religiose, 9.744 catechisti. La Chiesa cattolica gestisce 95 scuole materne con 6.298 scolari; 59 scuole elementari con 26.202 alunni; 47 istituti medi e superiori con 19.209 studenti. (L.M.) (Agenzia Fides 28/9/2006 righe 49 parole 600)