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New Delhi (Agenzia Fides) - Da cento anni operano per l’evangelizzazione e la promozione umana in India, da mezzo secolo sono nella travagliata isola di Sri Lanka per il recupero dei ragazzi di strada e per la riconciliazione fra le etnie: la presenza dei missionari Salesiani nel subcontinente indiano è significativa e risulta preziosa nell’aiuto pastorale fornito alle Chiese locali. Per festeggiare questi anniversari, in questi giorni si trova in Asia meridionale il Rettore Maggiore della congregazione, Don Pascual Chávez, che ha visitato le comunità Salesiane in entrambi i paese.
Il primo gruppo di missionari giunse a Thanjavur, in India nel febbraio del 1906 - ricorda l’agenzia Salesiana Ans - ed era composto da tre preti, un tirocinante, un coadiutore e un aspirante. Il 5 febbraio scorso, cento anni dopo, un gruppo di 24 giovani salesiani ha presentato al Rettore la loro disponibilità a operare nelle missioni salesiane nel mondo, ricevendola “croce missionaria”. La solenne celebrazione di ringraziamento per i cento anni di presenza dei Salesiani in India si è svolta a Thanjavur (nello stato del Tamil Nadu, in India meridionale) con la partecipazione di centinaia di Salesiani e migliaia di giovani. Don Chavez ha sottolineato l’importanza della vita consacrata per i salesiani, ricordando che essi sono prima di tutto apostoli, poi persone impegnati nel sociale. Il retore h espresso la sua gratitudine in quanto l’India è il secondo paese al mondo con il maggior numero di Salesiani.
Don Francis Alencherry, Consigliere generale per le missioni, ha presentato i 24 nuovi missionari indicando anche le loro destinazioni: Papua Nuova Guinea, Isole Salomone, Sudan, Ungheria, Sud Africa, Zambia, Etiopia e Angola.
Don Chávez è giunto in India dopo aver concluso le celebrazioni del cinquantesimo di presenza salesiana nello Sri Lanka, dove ha avuto modo di incontrare numerosi giovani. (Agenzia Fides 8/2/2006 righe 23 parole 246)
