ASIA/PAKISTAN - Un cristiano arrestato per blasfemia sui social media; il Comitato per la pace: “Nessuno lo farebbe intenzionalmente”

sabato, 27 settembre 2025 blasfemia   pace  

Peace Committee of Pakistan

Lahore (Agenzia Fides) - "Nessun cristiano in Pakistan, pienamente consapevole delle conseguenze devastanti, pubblicherebbe o scriverebbe intenzionalmente nulla che possa essere percepito come blasfemo contro l'islam", rileva p. Lazar Aslam OFM Cap, membro del "Comitato per la Pace del Pakistan" che riunisce capi religiosi cristiani e musulmani. Il Comitato è venuto a conoscenza del recente caso di Asher Bhatti, un cristiano residente nel quartiere di Nishter a Lahore, incriminato per blasfemia con l'accusa di aver pubblicato contenuti blasfemi su Facebook, e preso in custodia dalla polizia. "Tra l'altro, come è avvenuto spesso in altri casi, la vita di Bhatti ora è in pericolo, ancor prima dell'inizio del procedimento giudiziario, perchè potrebbe subire un'aggressione o un linciaggio", ricorda il frate.
Il presunto incidente è avvenuto il 14 settembre 2025 . La denuncia è stata registrata il 16 settembre. Il denunciante, Muhammad Umair, residente nel medesimo quartiere, ha detto di aver visto diversi post su Facebook dell'ID "Asher Bhatti" contenenti e sketch blasfemi, materiale denigratorio, video e commenti che insultavano il Profeta Muhammad. Secondo il denunciante, questi post hanno causato indignazione pubblica e suscitato sentimenti religiosi, generando paura e rabbia tra la popolazione musulmana locale. Il denunciante ha richiesto un'azione legale immediata ai sensi dell'articolo 295-C del Codice Penale Pakistano (Legge sulla Blasfemia) contro Bhatti e contro un altro cristiano, ritenuto complice, imputati per presunta blasfemia, lesione del sentimento religioso e diffusione di odio. La polizia ha avviato un procedimento legale e ha arrestato Bhatti, il quale si professa innocente e dice si essere stato messo in trappola.
La legge sulla blasfemia viene tuttora utilizzata impropriamente, per vendette personali. "Come membri del Comitato per la pace, siamo uniti nella preghiera e nella solidarietà, chiedendo al Signore di proteggere Asher Bhatti e di concedergli giustizia, affinché non diventi un'altra vittima di odio e ingiustizia. Continueremo a far sentire la nostra voce perché la fede non dovrebbe mai essere causa di prigione o morte", dice p. Aslam.
Nei giorni scorsi, i membri del Comitato per la Pace, tra i quali Mufti Ashiq Hussain, il Pastore Asif Ashan Khokhar e padre Lazar Aslam OFM Cap, si sono incontrati per cercare una soluzione al caso. "Per il nostro amato Paese, rimaniamo saldi e uniti, mentre continuiamo i nostri sforzi per creare una società più giusta e tollerante, in cui siano rispettati i valori di pace e rispetto per tutti", hanno detto.
(PA) (Agenzia Fides 27/9/2025)


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