ASIA/MYANMAR - Il Vicario di Mandalay: "Immane sofferenza dei civili a Sagaing; ringraziamo Papa Leone per le sue parole"

lunedì, 16 giugno 2025 conflitti armati   guerra civile   sfollati  

Archdiocese of Mandalay

Le vittime della scuola colpita in Sagaing

Mandalay (Agenzia Fides) - "In tutto il Myanmar vi sono aree di combattimento, sfollati, grande disagio dei civili che fuggono dal conflitto. In particolare, nella nostra diocesi di Mandalay, il territorio di Sagaing è quello maggiormente interessato da scontri, bombardamenti e immane sofferenze dei civili", racconta in un colloquio con l'Agenzia Fides padre Peter Sein Hlaing Oo, Vicario generale dell'Arcidiocesi di Mandalay, nel centro nord del Mynmar. Il Vicario generale, con tutta la Chiesa locale, apprezza le parole di Papa Leone XIV che, all'Angelus del 15 giugno, ha voluto ricordare la sofferenza dei civili in Myanmar: "Lo ringraziamo per le sua parole e la sua attenzione alla nostra sofferenza", nota.
Raccontando la situazione a Sagaing , p. Peter nota a Fides: "Lì, tanti villaggi sono ormai deserti o ridotti in macerie a causa dei continui bombardamenti. La gente inerme non sa dove trovare rifugio. Vi sono chiese e parrocchie cattoliche in quella zona, e tutte sono in grave difficoltà. Abbiamo fedeli cattolici sia nelle aree controllate dal regime sia in quelle controllate dalla resistenza. E vi sono fedeli che si trovano proprio in mezzo al fuoco incrociato. La gente è indifesa e inerme. I nostri preti però, coraggiosamente, sono impegnati ad aiutare la gente, anziani, donne e bambini che spesso mancano anche del minimo sostentamento. Con i consacrati e con i catechisti, svolgono servizio sociale in zone molto pericolose perchè interessate dagli scontri a fuoco, ma così offrono ancora un barlume di speranza alla popolazione", nota.
"Noi - aggiunge il Vicario - continuiamo a pregare ogni giorno, a offrire intenzioni delle messe e nelle veglie di preghiera, per la nostra gente, per la pace, per il futuro della nazione. Continuiamo a confidare in Dio, in questa terribile situazione. E ricordiamo che a Mandalay, oltre alla guerra, viviamo oggi i devastanti effetti del terremoto", conclude.
Aggiunge in un colloquio con Fides Joseph Kung , laico cattolico di Yangon, impegnato nella Chiesa locale, docente in un'università privata: "Come ha notato il Papa, infrastrutture civili continuano a essere colpite dall'esercito e distrutte in tutto il paese. Quello che fa più dolore è quando vengono colpite le scuole e uccisi studenti e ragazzi che volevano solo continuare a studiare. C'è ancora tanto dolore e indignazione per il massacro di un mese fa, quando l'attacco aereo sul villaggio di Oe Htein Kwin, nella regione di Sagaing, ha ucciso 20 studenti e due insegnanti", ricorda.
"Tra le aree maggiormente interessate dal conflitto - rileva - , vi sono: Sagaing, lo stato Rakhine, territori negli stati Chin e Kachin. Riceviamo continue segnalazioni dalle diocesi di Bamaw e Myitkyina, entrambe nello stato Kachin, dove molti villaggi vengono distrutti e i civili continuano a fuggire", prosegue.
Conclude Kung: "Siamo grati a Papa Leone per i suoi appelli. Quando il Papa menziona il Myanmar, questo ci infonde speranza perchè sappiamo di non essere soli e abbandonati. La popolazione è molto stanca e provata da quattro anni di guerra civile. Aspettiamo e preghiamo ogni giorno, rimettendo nelle mani di Dio e della Vergine Maria la nostra sofferenza".
(PA) (Agenzia fide 16/6/2025)


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